Il Covid19 a scuola fa sempre più paura in Sicilia soprattutto in vista del rientro in presenza.
Dopo l’appello di cinque associazioni dei genitori al Governo regionale affinché si aspetti qualche settimana lanciato prima dell’Epifania dalle colonne di Blogsicilia, i genitori si mobilitano anche un con una raccolta firma on line per chiedere alla regione ma anche a Roma, di desistere dall’intenzione di riaprire la scuola.
Il ritorno in aula, in Sicilia, è previsto per il prossimo 10 gennaio. Ma il rientro a scuola fra qualche giorno fa paura, soprattutto a chi si confronta in famiglia con malattie e fragilità fisiche. Le associazioni chiedono di non riaprire le scuole, ma aspettare qualche settimana in più per valutare l’andamento della curva epidemica, soprattutto in quelle fasce di popolazione fra i 5 e gli undici anni in cui la vaccinazione non è ancora decollata.
L’appello è stato lanciato in diretta da TalkSicilia, il programma di approfondimento politico e culturale di Blogsicilia.it. Alla puntata, condotta da Manlio Viola (direttore di Blogsicilia) hanno partecipato Cira Maniscalco (presidente Cosmann, Comitato regionale per le malattie rare neurologiche e neurochirurgiche) e Antonio Tomaselli (Fondatore Movimento Cittadini in Rete).
Anche l’Anci Sicilia, in una nota inviata al presidente della Regione siciliana, Nello Musumeci e all’assessore regionale dell’istruzione e della formazione professionale, Roberto Lagalla, chiede che il rientro alle lezioni per le scuole primarie, previsto per lunedì 10 gennaio, torni in modalità D.A.D. per scongiurare un’ulteriore e incontrollabile diffusione dei contagi.
“A seguito di un confronto con il Consiglio regionale della nostra Associazione abbiamo ritenuto necessario intervenire per sollecitare il Governo regionale a valutare la ripresa delle lezioni in D.A.D., in particolare nella scuola primaria, in quanto abbiamo registrato che una percentuale elevatissima di positivi è stata, nelle ultime due settimane, individuata tra i cittadini in età scolare e soprattutto tra i minori, non vaccinati, che frequentano la scuola primaria” sostiene Leoluca Orlando, presidente di ANCI Sicilia.
“Temiamo, infatti, che l’inevitabile “assembramento“, causa-effetto della ripresa scolastica e i ritardi nei tracciamenti e nelle verifiche dei tamponi a cura del sistema Asp – Uscas, a causa dell’aumento esponenziale dei contagi di questi giorni, possa favorire il rientro all’interno delle classi di soggetti potenzialmente positivi”.
“In considerazione del fatto, quindi, che non viene previsto in campo nazionale l’obbligo vaccinale e che l’elevata quantità di positivi tra gli alunni, unita al fatto che la variante “Omicron” sia poco sintomatica, potrebbe provocare gravi ripercussioni nella trasmissione del contagio anche nei servizi di trasporto pubblico – conclude il presidente Orlando – riteniamo necessario che vengano prese tutte le precauzioni necessarie ad evitare ulteriori contagi assicurando la sicurezza sanitaria ai nostri cittadini”.
Della stessa idea sono anche 2000 presidi in tutto il Paese che adesso replicano l’appello al Premier Mario Draghi dal loro punto di vista. Troppo altri i contagi, troppo complesse le nuove norme in caso di contagio, praticamente impossibile garantire la sicurezza di alunni e personale scolastico
Con il decreto il governo modifica anche la gestione dei casi covid19 a scuola. In quelle dell’infanzia, con un positivo si va in quarantena per 10 giorni mentre alle elementari, con un caso si applica la sorveglianza con test al primo e dopo cinque giorni mentre con 2 casi si resta a casa per 10 giorni.
Alle medie e superiori, invece, con un caso si resta in classe (con l’autosorveglianza e l’utilizzo della Ffp2) mentre con 2 casi vanno in Dad per 10 giorni solo i non vaccinati e chi è guarito o vaccinato da più di quattro mesi senza aver fatto il booster. Con tre positivi, invece, tutta la classe è a casa per 10 giorni. Un punto, quest’ultimo, che ha visto salire la tensione nell’incontro tra governo e Regioni poiché nella bozza del decreto la didattica a distanza era prevista con 4 casi. Alla fine la norma è stata cambiata in Cdm e la richiesta dei governatori è stata accolta.