Il Covid19 ha colpito duramente le famiglie siciliane. La povertà avanza. Quali misure sono state prese dal governo regionale per contrastare questa piaga? Quali interventi sono stati programmati per salvare le famiglie siciliane dalla nuova povertà? Ed ancora, cosa si sta facendo per l’esercito di giovani a rischio esclusione sociale? E’ questo il tema della puntata odierna di Casa Minutella, il talk show che va in onda il martedì e il giovedì su Blogsicilia, Tempostretto e sul canale 16 del digitale terrestre, il segnale di Video Regione.
Per affrontare questo tema, Massimo Minutella intervista Antonio Scavone, da due anni esatti alla guida dell’Assessorato regionale alla Famiglia, il braccio operativo del governo regionale per affrontare questa crisi. Ospiti della trasmissione i giornalisti Claudia Campese (Meridionews) e Giacinto Pipitone (Giornale di Sicilia).
Covid19, in Sicilia le nuove povertà
In Sicilia il Covid ha mandato in crisi chi già era in difficoltà, aumentando la forbice tra ricchi e poveri. E’ un fenomeno che non riguarda soltanto la nostra isola. Negli ultimi anni, quelli segnati dalla pandemia, la povertà ha dilagato nel nostro Paese. Il Nord è l’area ad essere maggiormente colpita dalle nuove povertà. Ma visto dalla Sicilia, non c’è alcun motivo per rallegrarsi di questo scenario. Basta incrociare il Report della Caritas con le ultime stime di Eurostat per comprendere la portata epocale del dramma delle nuove povertà in Sicilia e nel Mezzogiorno.
Sicilia e Campania le regioni più povere d’Europa
La Sicilia (e la Campania), infatti, sono le regioni europee con il tasso di rischio di povertà più alto in Unione Europea. Più del 41 per cento dei siciliani ha un reddito disponibile inferiore al 50% della media nazionale. A un passo dal baratro. Sempre Eurostat, poi, ci ricorda come la platea delle famiglie a rischio esclusione sociale (ovvero a bassa intensità di lavoro e con problemi di deprivazione materiale) in Sicilia è stimata nel 48,7% del totale. Più del doppio della media europea. La situazione, insomma, va sempre peggio: nell’ultimo anno la povertà in Sicilia è cresciuta tra il 5 e il 7 per cento. Tornando ai dati diffusi dal rapporto Caritas 2021, scopriamo che quasi il 50 per cento dei siciliani che hanno chiesto aiuto all’organismo della Cei, lo hanno fatto per la prima volta nel 2020. Ed il 22 per cento di chi ha chiesto soccorso, lo fa da almeno 5 anni. Non si tratta soltanto di strappare alla miseria questo esercito di siciliani. La povertà in Sicilia è anche un efficace brodo di coltura per l’usura, uno dei migliori strumenti dell’economia mafiosa.