Claudio Fava, a Casa Minutella, traccia il bilancio delle attività svolte sin qui, in questa legislatura, dalla Commissione regionale antimafia, parla della sua voglia di rilanciare un percorso di rinascita culturale per i siciliani e conferma della sua candidatura alla presidenza della Regione siciliana, alle elezioni del prossimo anno. Alla puntata, condotta da Massimo Minutella, hanno partecipato Elvira Terranova di AdnKronos , Enrico Bellavia (L’Espresso) e Alessandra Serio di Tempostretto.it.
Si parte dalla Sanità e dalle inchieste recenti e meno recenti che in Sicilia hanno squassato i suoi vertici. Fava intravede un fil rouge nel susseguirsi di scandali in questo settore. “Non servono nuove norme – ha spiegato il presidente dell’Antimafia regionale – e la politica può intervenire intervenendo meno. Il condizionamento della politica verso la sanità non è causato da una lacuna legislativa ma da una vocazione della politica”.
Fava ha fatto esempi precisi, traendo spunto da ciò che è accaduto durante le audizioni della commissione Antimafia: “Abbiamo appreso che Anni fa, un assessore regionale alla Salute decise di affidare la selezione dei dirigenti per la sanità siciliana all’Università Bocconi di Milano. Quindi un’analisi libera da condizionamenti e pressioni. All’assessore dissero, bravo, bel lavoro. Ma la lista venne messa da parte”.
Sul perchè esista questa commistione tra sanità e politica, Fava non ha dubbi: “la Sanità in Sicilia non é soltanto una spesa straordinaria, abbondante, generosa, da dieci miliardi di euro l’anno, ma è anche la più grande reale fabbrica di consenso che esiste in Sicilia”. Alla politica bisogna chiedere un uso preciso delle parole. Fava fa riferimento all’audizione in Commissione antimafia dell’ingegner Salvo Cocina, attualmente capo della protezione civile regionale. Il periodo preso in esame dalla Commissione è quello dell’emergenza pandemica. Nella ricostruzione fatta dal presidente dell’Antimafia, a Cocina venne chiesto di alcune presunte pressioni per l’acquisto di attrezzature e accessori, da parte di ditte segnalate da politici. In quell’occasione, secondo Fava, il responsabile della Protezione specificò che si trattava di “segnalazioni e non raccomandazioni”. “Per quaranta minuti – ricorda Fava – in commissione abbiamo cercato di capire quale fosse la differenza ontologica, di significato, reale, materiale tra la parola segnalazione e il termine raccomandazione. Chiamiamole come vogliamo, raccomandazioni o segnalazioni, ma la politica deve fare un passo indietro e ritornare alle regole del gioco”.
Stoccate anche alla governance della pubblica amministrazione regionale: “Ricordo che tra le magnifiche opere prime che il presidente Musumeci si accingeva a proporre ai siciliani c’era una riforma della pubblica amministrazione. Una delle tante riforme mai avviate, dall’acqua pubblica allo smaltimento dei rifiuti. La riforma della pubblica amministrazione è rimasta lettera morta”.
Tra le inchieste portate avanti dalla Commissione regionale antimafia, parecchi mesi di lavoro sono stati dedicati alla vicenda che ruota attorno all’ex presidente di Confindustria Sicilia, il cosiddetto Sistema Montante: “Chi poteva intervenire e non è intervenuto non perché non lo sapesse, ma perché gli stava bene così. La politica sapeva. E non tollerava ma utilizzava, aveva elementi di convenienza. Il Sistema Montante era un sistema conosciuto nei dettagli da tutti. Quando in Commissione abbiamo ricostruito la fisicità materiale del governo parallelo che occupava Palazzo d’Orleans, governando al posto del presidente, c’è stato un dirigente che ci ha detto, ma se lo sapevano tutti, lo sapevano anche i commessi”. C’era, secondo Fava, un alone di “autoreferenzialità antimafiosa, l’idea che loro fossero i migliori, impunibili e impuniti perché emendati da ogni peccato. Non è stata dabbenaggine, è stata complicità culturale. La politica non è arrivata prima della Magistratura perché arrivare prima significa interrompere circuiti di interesse che a questa politica convengono, perché portano profitti e consenso”.
Fava ha confermato la sua volontà di candidarsi alla presidenza della Regione siciliana: Io mi sono mosso in tempi non O le altre forze del centrosinistra ritengono che la candidatura di Claudio Fava sia la migliore per lanciare e vincere questa sfida, ed allora andiamo avanti, o ritengono di avere personalità da proporre, da contrapporre a me. In questo caso si facciano le primarie. Altre strade non ne vedo”.
Anche questa puntata di Casa Minutella è stata trasmessa in diretta su Video Regione, al canale 16 del digitale terrestre e su Blogsicilia.it e Tempostretto.it.