Come ci si poteva aspettare, è scontro frontale fra maggioranza ed opposizione in merito al testo sulle variazioni di bilancio incardinato questo pomeriggio all’Ars. Durante l’analisi in Commissione Bilancio, il disegno di legge ha subito alcune modifiche. A cominciare dalla cancellazione del primo articolo, ovvero quello destinato al recepimento dei duecento milioni di euro dal Governo nazionale per sanare alcune partite statutarie non riconosciute alla Regione Siciliana. Una manovrina che si è ridotta così a 68 milioni di euro. Ciò in attesa della prossima approvazione in Giunta della delibera sull’esercizio provvisorio.
Falcone: “Giovedì in Giunta esercizio provvisorio”
A spiegare la situazione è l’assessore al Bilancio Marco Falcone. “Domani arriverà all’Ars il ddl di bilancio e finanziaria con il parere dei revisori dei conti, il 29 in giunta adotteremo l’esercizio provvisorio che subito dopo arriverà in aula per l’approvazione. Diversamente si potrà procedere con la gestione provvisoria, anche fino all’approvazione di bilancio e finanziaria”.
Dunque se l’esercizio provvisorio verrà approvato dalla Giunta il 29 dicembre appare improbabile che si possa approvare in aula entro il 31. Ciò significa che quasi certamente il nuovo anno inizierà con la Sicilia in “gestione provvisoria”, una condizione che permette solo il pagamento delle spese obbligatorie (tra queste personale, sanità) al contrario dell’esercizio provvisorio che permette anche le spese ordinarie, ma in dodicesimi.
Critiche da PD e M5S
Non mancano le critiche dalle opposizioni. A cominciare da Michele Catanzaro, capogruppo del PD all’Ars. “Cronaca di un flop annunciato. Eravamo pronti ad approvare l’esercizio provvisorio ma alla prova dei fatti il governo Schifani è riuscito a fare peggio di quanto ci aspettassimo. La Sicilia chiuderà l’anno senza alcuna manovra economica, senza esercizio provvisorio ed inizierà il nuovo anno nella più restrittiva delle condizioni finanziarie: la gestione provvisoria, in pratica la regione potrà pagare solo le spese strettamente obbligatorie. Il governo Schifani, insomma, aveva annunciato di partire in quarta ed invece ha messo la retromarcia. È stato un gioco al ribasso per la Sicilia – conclude -. Rappresenta uno schiaffo al principio ‘leale collaborazione’ tra Stato e Regione”.
Sulla stessa linea anche il capogruppo pentastellato all’Ars Antonio De Luca. “Un aggettivo per definire questo governo? Approssimativo in tutte le fasi dell’accordo con lo Stato: dal viaggio a Roma, al trattamento riservato al Parlamento, alla scrittura di queste norme. Con l’apoteosi della rinuncia a una somma che non è nemmeno in grado di quantificare, quando, prima di muoversi, in assurda autonomia, avrebbe dovuto conoscerla nel dettaglio. A questo punto ci chiediamo in che mani siamo finiti?”.
“Considerato – continua – che questo governo rivendica continuità con l’esecutivo pessimo di Musumeci non ci meravigliamo di questo disastroso percorso che preannuncia tempi non buoni per i siciliani. L’assessore Falcone porti a conoscenza dell’aula le carte e i risultati prodotti dal tavolo tecnico tra Stato e Regione sul tema e ci consenta di valutare l’operato del precedente e di questo governo regionale invece di andare a tentoni, firmando accordi alla cieca e informi il parlamento di quanto sta accadendo”.
Risponde la Lega: “Critiche strumentali”
Rimproveri istituzionali a cui risponde la Lega, per bocca del deputato regionale Vincenzo Figuccia. “Abbiamo lavorato alle variazioni di bilancio con un testo che va incontro alle richieste delle minoranze i cui toni critici di oggi sono strumentali. Si è deciso sulla base delle istanze delle opposizioni di abrogare l’articolo che che riguardava l’utilizzo di 200 milioni, frutto dell’accordo che il governo nazionale, nel bilancio corrente così come richiesto dai magistrati della Corte dei Conti”.
“Si tratta – continua Figuccia – di un assestamento tecnico e di due semplici articoli fondamentali per passare alla fase successiva dell’esercizio provvisorio. Gli ultimi sondaggi – conclude il parlamentare della Lega – danno in crescita l’apprezzamento dei siciliani nei confronti del presidente Schifani, in una fase storica delicatissima dove fuori dal Palazzo la gente non cerca demagogia ma provvedimenti sicuri per garantire infrastrutture, investimenti, sanità e lavoro in Sicilia. Su questa scia si muovono i primi provvedimenti del governatore Schifani”.
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