La relazione trasmessa alla magistratura contabile e alla Procura della Repubblica di Palermo

Nove anni di commissariamento, finisce in procura la relazione della Commissione antimafia sullo Zooprofilattico

Un Commissario straordinario che per nove anni avrebbe gestito l’Istituto Zooprofilattico sperimentale della Sicilia in piena autonomia, ed alla scadenza del primo mandato si sarebbe persino auto prorogato. Una gestione nel segno del potere assoluto con nomine, incarichi, spesso nel segno delle parentele eccellenti, arrivando anche a creare due strutture parallele: lo Stor Remesa e la Fondazione Biodiversità,  enti che poi hanno avuto accesso a fondi pubblici, anche europei. Al centro di tutto l’operato dell’ormai ex Commissario straordinario, Salvatore Seminara.

Su quella gestione la Commissione regionale Antimafia accende i riflettori. Dopo un anno di lavoro, la relazione finale dell’organismo parlamentare è stata trasmessa alla magistratura contabile e alla Procura della Repubblica. A finire sotto la lente della commissione Antimafia, che ha approvato all’unanimità la relazione, è la situazione amministrativa gestita per quasi nove anni dal commissario straordinario Salvatore Seminara dopo un esposto della Fp Cgil.

Cracolici, “Zooprofilattico una zona franca senza controllo”

“Quella dell’istituto zooprofilattico siciliano è una vicenda assai scabrosa, caratterizzata da gravi opacità, negligenza, omissioni e incertezza gestionale. Un ente fuori controllo, che per 9 anni è stato una terra di nessuno nella quale chi doveva esercitare la vigilanza non lo ha fatto, a partire dall’assessorato alla Salute, fino al ministero della Sanità, soprattutto per gli effetti che hanno gli atti dell’Istituto zooprofilattico sulla sicurezza sanitaria della nostra regione”. Cosi il presidente della commissione regionale Antimafia, Antonello Cracolici, nel corso di una conferenza stampa a Palazzo dei Normanni sulla gestione dell’Istituto Zooprofilattico sperimentale della Regione Siciliana. A finire sotto la lente della commissione Antimafia, che ha approvato all’unanimità la relazione, è la situazione amministrativa gestita per quasi nove anni dal commissario straordinario Salvatore Seminara dopo un esposto della Fp Cgil.

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“Dalla nostra indagine, durata circa un anno, con diverse audizioni – ha precisato Cracolici – è venuto fuori che il commissario non risultava nell’elenco nazionale degli idonei alla nomina di direttore generale degli istituti zooprofilattici e quindi non aveva i requisiti per essere nominato tale. Nonostante ci fossero seri dubbi di legittimità sulla sua nomina, ha costruito nel tempo un sistema fuori da ogni regola, autoproclamandosi commissario pure in assenza di un provvedimento di proroga e malgrado avesse superato i limiti d’età”.

Come si legge infatti nel testo della relazione, che il presidente ha illustrato insieme alla deputata Roberta Schillaci, il commissario straordinario “non si è limitato al compimento di atti urgenti ma si è anche dedicato alla riforma della pianta organica, ha indetto concorsi per assumere personale, promosso dipendenti, istituito due enti – Remesa e la Fondazione per la biodiversità – che hanno gestito importanti flussi di denaro pubblico, anche extraregionali. Tutto questo in una proroga del suo mandato basata sul silenzio – assenso con il ministero”. “Per questo, abbiamo deliberato con la commissione Antimafia – conclude il presidente Cracolici – di mandare la nostra relazione sia alla Corte dei conti che alla procura della Repubblica perché valutino eventuali reati di natura contabile e penale. Oggi è stato nominato un nuovo commissario, c’è un consiglio di amministrazione e si è posta fine all’illegalità, ma siamo sicuri che il passato possa anche definire il futuro di questo ente. Parliamo di un istituto fondamentale per la salute dei cittadini: la Sicilia è la prima regione per ricoveri dovuti agli effetti della brucellosi, per cui l’incidenza di alcune malattie è dovuto a ciò che mangiamo. Questa è una vicenda emblematica di un’amministrazione pubblica che gira la faccia dall’altro lato per non affrontare nodi e non intervenire su sistemi di potere che si sono consolidati nel tempo. Ora è importante porre fine ad arbitri che si sono sedimentati nel tempo con gravi danni per la salute pubblica”.

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La ricostruzione dei fatti che ruotano a questo ente pubblico è partita da un esposto del sindacato Fp Cgil, seguito da un successivo atto parlamentare della deputata e componente dell’Antimafia Roberta Schillaci. “Ho presentato un’interrogazione parlamentare un anno fa, ma il governo non ha ancora risposto”, è il commento della deputata Cinquestelle, componente e segretaria della Commissione Antimafia.

Una storia tutta siciliana, adesso tocca alla magistratura spiegare perché un anziano dirigente in pensione abbia potuto agire senza che nessuno, dalla Regione e dal governo centrale, gliene chiedesse conto per tutto questo tempo.

Nel frattempo allo Zooprofilattico sperimentale è subentrata una nuova governance. Il dubbio dei nuovi amministratori è  stabilire se si possa tenere conto delle attività amministrative pregresse, generate in quella situazione perlomeno stramba, o si debba azzerare tutto. Si vedrà.

 

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