Un disegno di legge ancora fermo al Senato, ma i comuni delle zone franche montane non possono più aspettare. Per questo, ieri pomeriggio, alle 15 il segretario della Cgil Palermo, Francesco Piastra, ha incontrato i rappresentanti del comitato Zone Franche Montane Sicilia – in presidio allo svincolo di Irosa – con l’obiettivo di suonare la sveglia alla politica affinché il ddl per l’istituzione delle zone franche montane, impantanato al Senato, venga presto approvato.

A Irosa il segretario Cgil Piastra

“Sin dall’inizio – spiega Piastra – abbiamo sostenuto l’iniziativa del comitato. E siamo qui per fare pressione alla politica. Da tempo, ormai, si parla di desertificazione delle aree interne e crediamo sia fondamentale rilanciarle per creare impresa e quindi sviluppo”. «I contenuti . aggiunge – e le misure previste dal disegno di legge sono importanti non solo per le aree montane ma per tutta l’economia regionale poiché consentiranno l’apertura di nuove attività produttive e di conseguenza nuove opportunità di lavoro per tanti giovani costretti a lasciare le aree interne”.

Il grazie a tutti i sindacati

I membri del comitato sottolineano “l’importante sostegno all’iniziativa da parte dei tre sindacati regionali rappresentati dai segretari Alfio Mannino (Cgil), Claudio Barone (Uil) e Sebastiano Cappuccio (Cisl)” ed evidenziano come, in questa battaglia, “non ci sia un giorno da perdere. Le terre alte dell’Isola – spiegano – stanno pagando un prezzo altissimo. Ribadiamo che i tempi della politica non collimano con l’emergenza in atto e che non accetteremo ulteriori ritardi per qualsivoglia motivo”.

Il presidio compie 93 giorni

Il presidio oggi compie 93 giorni e dal comitato continuano a sottolinea la lentezza dell’iter della norma. “Il testo, approvato dall’ARS il 17 dicembre 2019, è stato ricevuto dagli uffici del Senato ad inizio febbraio 2020 ricorda Vincenzo Lapunzina, coordinatore del Comitato. “Siamo consapevoli – prosegue – che le ZFM non siano la priorità nell’agenda politica nazionale. Tuttavia lo sono per tutti gli operatori economici che resistono nei comuni montani, ormai allo stremo, dell’Isola”. Dunque bisogna far presto “anche perché  – aveva aggiunto appena tre giorni fa il coordinatore – giorno dopo giorno tra gli abitanti di questi luoghi monta la sfiducia a causa dei ritardi della politica” .