- Covid19 e zona rossa a Palermo, imminente la decisione del governatore
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- Cosa pensano i palermitani in merito alle restrizioni alle quali vanno incontro
Contagi da Covid19, oggi si decide sulla zona rossa nell’area metropolitana di Palermo.
Sulla base dei dati provvisori trasmessi dal commissario per l’emergenza Covid-19, nel Comune di Palermo, il numero dei nuovi positivi nella settimana dal 30 marzo al 5 aprile è pari a 1763, cioè a 275,2 per 100 mila abitanti. Ieri, con riferimento alla settimana dal 28 marzo al 3 aprile, era pari a 251,3. L’elaborazione è dell’ufficio statistica del Comune di Palermo. I dati – dice il Comune – sono definiti “provvisori” perché il report settimanale dell’ufficio del commissario viene stilato il giovedì. Così riporta l’Ansa. Sono, appunto, numeri da zona rossa.
La zona rossa inevitabile
Ma cosa pensano i palermitani della zona rossa? Delle restrizioni e limitazioni alle quali vanno incontro? Abbiamo fatto un giro tra le vie del centro della città, e le reazioni sono diverse.
“La zona rossa è un male – dice un passante – e non serve a niente. La gente continuerà ad andare in giro lo stesso, come l’anno scorso”.
Non usa mezzi termini invece il signor Giuseppe Catanzaro che tuona: “La zona rossa ce la meritiamo. Nessuno rispetta le regole. Adesso, dato che non si possono acquistare alcolici dopo le 18, si sono inventati l’apericena dalle 16,30 alle 18. Noi palermitani non sappiamo obbedire e non rispettiamo le regole. Per carità, è un anno che le subiamo, ma la zona rossa, ribadisco, ce la meritiamo proprio”.
Gli assembramenti
“E’ un problema – dice la signora Maria Grazia Meli – di responsabilità che non c’è. E di una buona parte di palermitani incosciente. Non ce l’ho con i giovani, anche io sono stata giovane. Ma sabato ho visto assembramenti inauditi di ragazzi. Mi sembra che non ci sia altra soluzione che chiudere tutto”.
Un male necessario
Ad esprimere la sua opinione anche Romolo Felice: “Credo che la zona rossa sia un male necessario ma la situazione sanitaria generale non ci porta ad altra strada. Si tratta di tutelare la salute di tutti”. Felice che è anche un insegnante, tiene in grande considerazione il problema della didattica a distanza: “Ne stiamo facendo uso – dice – ma è chiaro che come efficacia non potrà mai sostituire la didattica in presenza. Una didattica di qualità non può prescindere dalla presenza”.
Lo scandalo dei dati falsati sui contagi
E poi c’è lo scandalo dei dati sui contagi falsati che ha sconvolto non poco l’opinione pubblica. “Alla luce di quello che è successo – dice Fabiola Aletti – mi sembra il minimo che si possa fare per tutelare la salute di tutti”.
La preoccupazione dei negozianti
Molto allarmati ed amareggiati i negozianti, la maggior parte dei quali preferisce non rilasciare dichiarazioni. “E’ da un anno che ripetiamo sempre le stesse cose – dice uno di loro -. Siamo stanchi”. “Siamo qui a lavorare – dice la titolare di un negozio di souvenir . Non so più cosa dire e pensare. Zona rossa significa che dovremo chiudere di nuovo. Le nostre vendite sono ridotte al lumicino e andrà sempre peggio”.
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