- La Sicilia entra in zona arancione
- Il provvedimento in vigore da lunedì
- Musumeci amareggiato ma non si oppone
- E a Pasqua tutta Italia zona rossa
Da lunedì la Sicilia entra in zona arancione. La decisione è stata presa dal governo nazionale unilateralmente e senza basi scientifiche sulle quali poggiarla ma inserita in un decreto legge che stabilisce che tutte le regioni in giallo passino in arancione fino a Pasqua. Una misura prudenziale, viene definita.
Le Regioni plaudono
Le Regioni, che hanno ricevuto la comunicazione ieri, plaudono a questa scelta. Se pare questo sia comprensible per chi mostra migliaia di contagi al giorno (e sono già quasi una decina di regioni) appare, invece, del tutto privo di senso per chi ne mostra poche centinaia. E monta la protesta delle attività produttive di nuovo bloccate per tre settimane dopo altrettante settimane di blando respiro.
Musumeci amareggiato ma non si oppone
“Provoca tanta amarezza questa decisione adottata con un decreto legge, a cui non possiamo assolutamente opporci, nonostante i dati della Sicilia siano confortanti: abbiamo infatti parametri in linea con una condizione di non emergenza, ci sono meno ricoveri in terapia intensiva, anche se negli ultimi giorni sono aumentati i contagi”.
È il commento del Presidente della Regione Nello Musumeci alla dcisione nata a Roma e comunicata ieri alle Regioni, di adottare misure che non tengono conto dei dati di contagio ma, ancora una volta, ome avvenuto un anno fa, applicano restrizioni palesemente immotivate alla Sicilia.
Subito almeno i ristori
Un annuncio poi seguito da un decreto legge al quale le regioni non si sono opposte neanche formalmene. Anzi hanno manfestato la loro adesione “È un provvedimento adottato per prudenza, e però ci fa tanta rabbia” aggiunge Musumeci in un video messaggio diffuso in serata solo dopo che la protesta ha iniziato a montare fra i siciliani, soprattutto fra le attività produttive.
Da lunedì ristoranti e bar chiusi, solo asporto e domicilio
Da lunedì ristoranti di nuovo chiusi a pranzo, bar che lavorano nuovamente solo da asporto e un danno incalcolabile dopo sole tre settimane di lieve ripresa. “Se accanto a questo provvedimento il governo si preoccupasse di affrettare la concessione delle misure di sostegno agli operatori economici, almeno limiteremmo i danni – aggiunge Musumeci -. Utilizziamo questi giorni per far procedere velocemente la campagna vaccinale, perché tutti hanno diritto a tornare il prima possibile alla normalità” conclude il governatore.
“Trattandosi di un Decreto legge non possiamo assolutamente opporci” insiste Musumeci che però conferma l’assoluta irragionevolezza dell scelta perché “Da qualche settimana abbiamo dati che ci mostrano l’assenza di emergenza. Non c’è pressione ospedaliera anche se negli ultimi giorni sono aumentati i contagi”.
Ma ancora una volta i dati in Sicilia valgono solo quando permettono di chiudere, non valgono quando permettono di aprire. Non sia mai che l’isola lavori e produca quando al Nord si sta fermi.
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