• Aggredita una coppia gay a Palermo ieri sera
  • I due giovani di Torino circondati da una baby gang
  • Uno di loro è finito in ospedale
  • Le reazioni del mondo politico ed istituzionale
  • Si riaccende il dibattito sull’approvazione del ddl Zan 

Aggressione ieri sera in via Maqueda a Palermo, in pieno centro storico.
Una coppia di gay è stata circondata e aggredita da una baby gang. I due giovani, di Torino, stavano cercando il b&b dove andare a dormire.
In quattro, giovanissimi, prima li avrebbero offesi, e poi circondati aggredendoli.
Uno dei due giovani è rimasto ferito e soccorso dal personale del 118 e trasportato al pronto soccorso.
In corso indagini condotte dalla polizia.
Gli agenti hanno acquisito le immagini dei sistemi di videosorveglianza della zona per risalire alla baby gang.
Quanto accaduto sta provocando non poca indignazione tra i cittadini ed anche i rappresentanti del mondo istituzionale.

Un evento “triste e inconcepibile”

“Leggo dai giornali dell’aggressione avvenuta ieri sera in via Maqueda a Palermo, ad una coppia gay da parte di un gruppo di ragazzini. Questo triste e inconcepibile evento è la fotografia di una città purtroppo che ha bisogno di cambiamenti. Una simile aggressione in prima serata preoccupa ed evidenzia il disagio sociale, di pregiudizi e discriminazione verso gli altri. Esprimo la mia vicinanza e solidarietà ai ragazzi torinesi che volevano soltanto visitare la nostra città e che la loro vacanza è stata protagonista di un simile evento indecoroso per tutti i palermitani. Mi auguro che sia un episodio isolato e che Palermo possa mostrare tutta la sua bellezza artistica a chiunque voglia venirla a trovare”. Afferma il deputato dell’Ars Edy Tamajo.

Serve più sicurezza

“Apprendiamo con sconcerto dell’aggressione, avvenuta ieri sera in via Maqueda a Palermo, ad una coppia gay da parte di un gruppo di ragazzini. Siamo consapevoli che quel quadrilatero è tutt’altro che riqualificato e sicuro, nonostante il suo pregio e la sua bellezza, e più volte abbiamo spronato interventi e vigilanza da parte di un amministrazione che a spot non ha rivali, ma che nei fatti arranca ed anche male. Per fare di Palermo una città turistica e dell’accoglienza servono servizi, decoro, sorveglianza e sicurezza, non interviste e conferenze stampa”. Lo dicono in una nota il portavoce del Mezzogiorno di Più Europa Fabrizio Ferrandelli e la referente del dipartimento pari opportunità Maria Saeli. “Esprimiamo la nostra vicinanza ai ragazzi, vittime di un ‘aggressione frutto di disagio sociale e culturale, di pregiudizi e discriminazione verso gli altri. – aggiungono – Ma Palermo, per fortuna, non è questa. Palermo è tanto altro, è integrazione, è melting pot”. “Vorremmo invitare i due giovani ad un incontro, per scusarci a nome dei palermitani e per far conoscere loro, accompagnandoli per le strade, la vera Palermo, per respirare la vera città”, concludono.

La giovanissima età degli aggressori

“Dell’aggressione di Palermo non mi colpisce soltanto la ferocia; e non mi ferisce soltanto l’umiliazione e il grande dolore di chi l’ha subita. Quello che mi sconvolge profondamente è la giovanissima età degli aggressori. Vorrei se ne rendessero conto tutti coloro che, per motivi di convenienza politica, strumentalizzano il ddl Zan, attaccando in particolare la sua seconda parte. Quella parte che vuole intervenire sull’educazione e sulla formazione, per promuovere una cultura del rispetto”. Lo dice la senatrice del Pd Monica Cirinnà.
“Questo fa paura a chi vive di oscurantismo? – prosegue Cirinnà – Problemi loro. Noi non possiamo tirarci indietro di fronte alla costruzione di una società più aperta e inclusiva’.

Lo Stato intervenga

“Mi pare evidente che il clima d’odio e intolleranza ignorante che continua a montare verso le persone omosessuali obbliga lo Stato a dare un segnale forte a tutela del diritto di essere e di amare. E il migliore dei segnali possibili è l’immediata approvazione del Ddl contenente ‘Misure di prevenzione e contrasto della discriminazione e della violenza per motivi fondati sul sesso, sul genere, sull’orientamento sessuale, sull’identità di genere e sulla disabilità’, in discussione al Senato”. Lo afferma il deputato siciliano dem Carmelo Miceli alla notizia dell’ennesima aggressione ai danni di una coppia di ragazzi gay, questa volta avvenuta nella Città di Palermo. “Comprendo le osservazioni di chi, come la Cei, chiede un bilanciamento tra tutti i diritti potenzialmente coinvolti. Ma nel giorno di Dio, credo che tutti dovremmo avere la consapevolezza del fatto che, il modo migliore per essere fedeli alla Sua parole è riconoscere che il diritto alla propria identità è diritto alla vita, e che la vita viene prima di ogni cosa, prima anche della libertà di espressione altrui. E quando il diritto alla vita e alla propria identità vengono attentati quasi ogni giorno – conclude Miceli – prima li si mette in sicurezza e poi, al primo provvedimento successivo utile, li si bilancia con gli altri diritti, a partire proprio dal diritto di espressione”.

Approvare al più presto una legge contro le discriminazioni omotransfobiche

“Una inqualificabile aggressione nei confronti di una coppia gay a Palermo evidenzia ancora, ove ce ne fosse bisogno, quanto urgente sia trovare il modo per uscire dallo stallo ed approvare in tempi rapidissimi una legge contro le discriminazioni omotransfobiche. Questi ragazzi, a cui va la mia totale vicinanza e quella di Italia Viva, vanno tutelati da una legge giusta ed efficace, che punisca gli odiatori e faccia da deterrente contro questi ed altri tipi di violenze. Una riflessione però va fatta su un clima di odio generale che preoccupa: gli haters sono attivi ovunque, per questo chiedo ancora una volta di abbassare i muri e smetterla di ragionare secondo pericolosi integralismi contrapposti che infuocano lo scontro. Solo così possiamo pervenire ad una soluzione utile prima di tutto a chi vive sulla propria pelle le discriminazioni”. Lo scrive in una nota il presidente dei senatori di Italia Viva Davide Faraone.

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