Un viaggio tra i suoni e i colori dello Yorkshire, della Sicilia e delle Ande sudamericane.
Sarà presentato al pubblico “Wollow”, album d’esordio del cantautore italo-inglese Sergio Beercock, giovedì 19 gennaio alle 18 alla Feltrinelli di Palermo e martedì 24 gennaio alle 18 alla Feltrinelli di Catania.
Nato a Kingston upon Hull in Inghilterra da madre siciliana e padre inglese, Beercock disegna “Wollow” come un vero e proprio viaggio tra i luoghi, i suoni e i colori che più lo hanno influenzato: i borghi dello Yorkshire in cui è nato, i casolari rurali della Sicilia in cui è cresciuto, il riverbero delle Ande sudamericane che ha scoperto da adolescente, e i sobborghi urbani delle grandi città e le loro innumerevoli storie invisibili.
Tim Buckley, Nina Simone, Pedro Aznar e Bert Jansch sono i primi riferimenti a cui si pensa ascoltando questo disco, nel quale gemme folk minimali come Reason, Pennies o Battle For Attention (il cui videoclip, realizzato da Fabio Leone, Antonella Barbera e lo stesso Sergio Beercock anticiperà l’uscita del disco), convivono con episodi più direttamente collegati alla tradizione inglese come The Barley And The Rye o Century, passando per le atmosfere nordiche di Naked e Beauty Of The Dirt e quelle più sudamericane di An Exaggerated Song, Jester e Silencio. Tutto questo è mescolato in un sogno in cui la voce a volte narra, a volte crea, a volte si comporta da strumento musicale per accompagnare l’ascoltatore verso un racconto intimo che in più di un’occasione all’interno del disco vira sorprendentemente verso la psichedelia.
L’album, che sarà presentato il 19 gennaio a La Feltrinelli di Palermo e il 24 gennaio a La Feltrinelli di Catania, è stato anticipato dal videoclip del brano “Battle for Attention”, montato da Antonella Barbera e girato da Fabio Leone, nelle grotte di Janniscuru, a Enna: “L’idea del videoclip di “Battle For Attention” è nata per gioco nel 2012 – racconta Beercock – quando il regista ha digitalizzato, dopo averle raccolte da varie parti del mondo, una grande quantità di pellicole super-8 che persone sconosciute davano via: pellicole contenenti riprese di eventi familiari, giochi di bambini, piccole rappresentazioni teatrali amatoriali, persino i primi piani dei ragazzi di un orfanotrofio argentino”.
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