Ventiquattro milioni di euro per l’inclusione lavorativa delle persone con disabilità, più vulnerabili e a rischio di discriminazione. Li stanzia la Regione Siciliana, tramite l’assessorato per le Politiche sociali, che ha definito la graduatoria relativa all’avviso 19/2018. “Per contrastare il rischio di deriva verso la marginalità sociale – evidenzia il governatore Nello Musumeci – abbiamo voluto potenziare il sostegno a percorsi di autonomia delle persone a maggiore rischio di esclusione sociale, favorendone l’inserimento in ambienti lavorativi”.
Gli interventi previsti riguarderanno cinque aree. “La prima – spiega l’assessore Antonio Scavone – interesserà le persone portatrici di handicap fisici, mentali e sensoriali, con un grado di invalidità certifica non inferiore al 66 per cento, esclusi quei soggetti per i quali sia certificata la non collocabilità al lavoro. La seconda è rivolta agli immigrati e alle persone appartenenti a minoranze etniche e beneficiari di protezione internazionale. E ancora a favore delle donne vittime di violenza, agli alcolisti (o ex), ai tossico-dipendenti (o ex), oltre ai soggetti affetti da ludopatia. Infine, la quinta ai minori e ai giovani in condizione di disagio sociale”.
A presentare istanza erano chiamati: gli organismi del terzo settore, (come cooperative sociali, enti senza scopo di lucro e associazioni), le agenzie per il lavoro, le imprese, (anche attraverso le associazioni di categoria), i centri antiviolenza e gli enti di formazione ai quali è stato chiesto, nella redazione dei progetti, il coinvolgimento attivo di enti pubblici come i Comuni capofila dei Distretti socio-sanitari, le Aziende sanitarie provinciali territorialmente competenti, o i Centri di giustizia minorile che hanno istituzionalmente in carico le persone destinatarie delle attività progettuali.
“L’obiettivo – sottolinea ancora l’assessore delle Politiche sociali – è quello di creare e valorizzare vere e proprie reti che possano garantire modalità di inclusione sociale integrate, efficaci e durature, oltre a conseguire una reale integrazione delle persone a rischio di esclusione nei processi produttivi, consolidandone la presenza nel mercato del lavoro”.