Il risultato elettorale che ha visto la Sicilia votare in assoluta controtendenza rispetto al resto del Paese ed al resto d’Europa mette una serie di paletti ed apre un confronto che porterà possibili revisioni al governo della Regione ma anche, probabilmente, al Comune di Palermo.

La vittoria di Forza Italia

La vittoria nelle urne dell’alleanza Forza Italia Noi Moderati con l’appoggio esterno di Totò Cuffaro  ha avuto i suoi frutti e gli azzurri schizzano in testa diventando il primo partito in Sicilia con oltre il 23% e staccando di tre punti e mezzo Fratelli d’Italia. Una cosa della quale non si potrà non tenere conto alla Regione. Cambiano gli equilibri e ora in Sicilia FdI non è più il primo partito.

Il Commento di Schifani

“La Sicilia in queste elezioni ha superato sé stessa. I numeri di Forza Italia, il 23% dei voti nella regione, pari a circa il 16% dei voti complessivi a livello nazionale, corrispondono ad almeno un punto e mezzo percentuale del complessivo ottimo risultato nazionale” dice il Presidente della Regione renato Schifani.

“Questi dati confermano che il nostro partito è il naturale punto di incontro dei moderati di ispirazione liberale ed europeista e confermano la Sicilia come storico bacino di consensi per Forza Italia. Così come il numero di preferenze ricevute da tutti i candidati e le candidate della lista testimonia il loro grande impegno e radicamento, i tantissimi voti espressi semplicemente sul simbolo sono indice di un voto di opinione che esprime apprezzamento per una storia politica che nasce con la visione di Silvio Berlusconi e prosegue oggi nel grande lavoro svolto dal segretario Tajani. Per tutti noi che oltre ad avere un ruolo di partito, siamo chiamati a importanti ruoli istituzionali, tutto questo vuol dire ulteriori responsabilità, vuol dire ancora maggiore impegno per dare risposte ai nostri cittadini e alle nostre comunità.
Vuol dire soprattutto dare voce e rappresentanza a tutti i livelli alle istanze dei cittadini, delle imprese, della società civile, delle famiglie, che nel riconoscere la bontà del nostro operato ci chiedono di continuare il nostro lavoro e mantenere gli impegni assunti”.

Occhio al rimpasto?

Parlare di rimpasto è ancora prematuro ma che l’idea sia già balenata nella testa di qualcuno è abbastanza ovvio. Fratelli d’Italia certamente cercherà di lasciare le cose come sono ma c’è Lombardo che spinge per avere spazio e lo stesso presidente della Regione da tempo vorrebbe far a meno di qualcuno che proprio non gli va giù.

per avviare una revisione della giunta, però, servirà un buon motivo che non sia esclusivamente politico o si rischia di dar vita a tensioni interne ad una maggioranza che di tensioni ne ha già vissute abbastanza.

La scelta degli assessori eletti

Un tema è quello della scelta che faranno gli assessori regionale eletti al Parlamento Europeo.  Solo in Forza Italia potrebbero essere due: Tamajo e Falcone. Se entrambi rinunciassero al seggio europeo toccherebbe a Chinnici e Dell’Utri. Ma se così non fosse e almeno uno dei due scegliesse il Parlamento Europeo, si aprirebbe  lascerebbero liberi posti in giunta. Una buona occasione per aprire il ragionamento sulla successione senza tensioni prettamente politiche.

Da risolvere ci sono le tensioni della coalizione con Cuffaro che comunque ha dato il suo contributo e questo non è un tema da poco

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