“Non puzzo io e non puzzano soprattutto i voti della Democrazia Cristiana. Lei ha fatto un’entrata sbagliata perché 150mila siciliani non hanno dato un voto che puzza. Lo premettiamo. E sono carico perché mi ha caricato lei, mi calmo subito, non si preoccupi”. Così Totò Cuffaro, segretario della Democrazia Cristiana siciliana rispondendo al conduttore Corrado Formigli alla trasmissione televisiva Piazza Pulita di La7 sull’argomento della sanatoria per chi occupa abusivamente un bene confiscato alla mafia a Palermo.
Cuffaro prosegue nella sua difesa, “Premettiamo che 150mila voti di siciliani che hanno votato la democrazia cristiana non puzzano di mafia. Le consento di dire che forse io posso puzzare di mafia perché c’è una sentenza. Ma per rispetto a 150mila elettori non lo dica mai più”.
Ma Formigli precisa: “Sto dicendo che questa sanatoria strizza l’occhio ad alcune famiglie di mafiosi che continuano a occupare dei beni che non gli spettano”.
Il botta e risposta prosegue. Cuffaro spinge: “Lei ha esordito con un filmato dicendo che i voti alla Democrazia Cristiana puzzano di mafia”.
Il conduttore ribadisce: “No, ho detto che i voti che puzzano di mafia, non l’ho mai citata la Democrazia Cristiana. Se lei ha la coda di paglia”.
Il segretario della Dc siciliana prosegue: “Chiarito che i voti non puzzano di mafia andiamo alla sanatoria. Guardi, non è un problema che riguarda la Dc”
Formigli spiega la differenza tra Dc e Dc Siciliana. Un contenzioso che va avanti da tempo. Queste le parole del giornalista: “Tengo a dire che il segretario Antonio Cirillo della Democrazia Cristiana ha mandato una Pec dicendo che lei è segretario della Democrazia Cristiana siciliana. Ma questo è un altro problema”.
Cuffaro conclude: “La Dc è di quelli che la votano non di chi pretende di averla. E per votarla è necessario che qualcuno presenti le liste. In questo momento le liste della Dc le ha abbiamo presentate solo noi. Quando il signor Antonio Cirillo che ha fatto 30 ricorsi e li ha persi tutti la gente lo voterà”.
“Gentile Formigli, mi chiedo e ti chiedo perché tanto astio nei miei confronti, spero solo contro di me e non anche contro la DC che, francamente, però, mi è parso di cogliere. Cui prodest? Pesanti e ingiustificate le tue dichiarazione sui voti che puzzano”. È quanto scrive il segretario nazionale della Democrazia Cristiana, Totò Cuffaro, all’indomani della trasmissione Piazza Pulita, su La7, a cui è stato invitato a partecipare.
“Sono rimasto seduto in trasmissione nonostante il plotone di esecuzione che, anche visivamente, mi hai messo contro-difronte, ben orchestrato da te, giudice per nulla imparziale per non dire interessato a dare fuoco. Mi avevi invitato per parlare di politica, se vuoi ti mando la scaletta degli argomenti che mi avevi detto avremmo trattato. Ma – continua Cuffaro – evidentemente abbiamo, meno male, un’idea diversa di cosa sia la politica. Sono rimasto in trasmissione e ho tentato, con educazione, di difendermi dal ‘trio’ che invece aveva ben preparato – loro sì che sapevano di cosa dovevano parlare – le loro contumelie ossessive contro di me. Trocchia mi ha rifatto il processo, La Vardera si è eretto a moralizzatore (ne ho visti moralizzatori che oggi hanno scelto l’oblio), la Baldino, lì nel mezzo, ha pensato di non dover essere meno degli altri”.
Ed inoltre: “Pensavo di poter parlare di elezioni europee, di programmi elettorali, dell’importanza dell’Europa…. E nonostante ciò, non sono fuggito e, col sorriso sulle labbra, fuori scena ti ho raccontato la storia di Euno, lo schiavo di Sicilia che si ribellò ai Romani, dando corso alla Prima Guerra servile nel 136 A.C. Mi è sembrato di capire che la storia di Euno ti è interessata, e di questo sono contento. Chissà, magari su questo realizzerai una puntata e, così, potrai raccontare una bella storia di schiavi di Sicilia, molti di essi di colore, che per la prima volta presero coscienza di essere ‘uomini’. Uomini e non cose. Per favore, se decidi di dedicare una puntata a questa storia, non dimenticare di invitarmi. Buon lavoro”.