Le partecipate del Comune di Palermo non godono di ottima salute. Lo scrivono nero su bianco i giudici contabili che puntano il dito su numerose anomalie.
A cominciare dal mancato rispetto “di trasmettere con cadenza semestrale a questa Sezione relazioni sulla condizione economico-finanziaria delle società partecipate – si legge nella delibera dei giudici contabili – Tale omissione risulta particolarmente censurabile in considerazione del grave stato di salute delle società partecipate e delle gravi criticità gestionali emerse in sede di verifica amministrativo contabile effettuata dai servizi ispettivi dalla Ragioneria generale dello Stato”.
Problematiche sono per i giudici le posizioni debitorie non conciliate con gli organismi partecipati, “che aumentano da 7.648.663,95, nel 2014, ad € 14.240.050,31 al 2015 e ad € 38.767.094 a2016”, aggiungono i giudici che sottolineano “la presenza di società in perdita al 2015, riferita ad Amat spa, per un importo di 4.611.575 euro a fronte della quale non risulta effettuato alcun accantonamento nel risultato di amministrazione a titolo di “fondo perdite società partecipate”.
Dal parere dell’Organo di revisione, emerge che nell’esercizio 2016 la società chiude il bilancio d’esercizio con un utile pari a 541.251,00 che scaturisce unicamente dall’entrata straordinaria di 16.832.784,60 generata dall’accordo transattivo con il comune di Palermo, a titolo di risarcimento per modifica unilaterale del contratto di servizio da parte del socio unico”.
Grave anche la situazione della Rap spa per la quale risulta “la mancata approvazione del bilancio d’esercizio 2016 società partecipata al 100% dal comune di Palermo, nei confronti della quale sussistono, nel conto del bilancio 2016 dell’ente, debiti per 35.298.667 euro ai quali si aggiungono ulteriori debiti per 19.097.143 euro non riconciliati in quanto non riconoscibili, 75.966 euro, riconoscibili ma privi di copertura finanziaria, 531.635, euro riconoscibili con copertura finanziaria 36.364 euro e in contestazione/o in corso di verifica 18.453.178 di euro”. E’ alto l’allarme sulla sui debiti “con riferimento alle società Gesip Spa e Amia Spa società in fallimento, in ordine alle quali sussiste: un giudizio pendente nei confronti di Gesip 4.968.895 euro su cui pende un appello e un’esposizione debitoria pendente nei confronti di Amia SPA per 86.480.192 euro oggetto di contenzioso”.
“Nell’istruttoria sui rendiconti 2015 e 2016 del comune di Palermo, sulla base dei parziali ed intempestivi riscontri dell’ente, sono emerse una serie di anomalie ed incongruenze in grado, ove confermate, di compromettere la veridicità ed attendibilità del risultato di amministrazione 2015 e 2016”.
Comincia così la delibera della sezione di controllo della Corte dei Conti presieduta da Maurizio Graffeo e (relatore Francesco Albo consigliere Gioacchino) sui bilanci del Comune di Palermo 2015-2016. In 98 pagine i giudici contabili mettono in guardi l’amministrazione sulle gravi criticità emerse spulciando i dati forniti dall’amministrazione quasi mai nei tempi dovuti e con le informazioni richieste. Sotto la lente dei giudici i debiti delle partecipate, Amat, Amap, Rap ma anche sui contenziosi delle società fallite Amia e Gesip. Poi ancora sul Fondo crediti di dubbia esigibilità, sul fondo pluriennale vincolato e sui residui persistenti.
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