I rimborsi per le imprese vittime di estorsione e usura in Sicilia sono fermi da tre anni. All’assessorato regionale alla Famiglia, infatti, le richieste di rimborso dei contributi previdenziali per le imprese vessate, così come prevede il beneficio inserito nella legge 15/2008, sono inevase dal 2016 e l’ultimo anno pagato risulta il 2015.
A denunciarlo è l’Assci, Associazione per lo sviluppo e la salvaguardia del credito alle imprese. L’Associazione è nata nel 2017 con l’intento di ricercare e proporre a istituzioni ed enti pubblici e privati azioni e soluzioni finalizzate alla tutela e alla promozione del diritto allo sviluppo economico ed al libero esercizio dell’attività d’impresa, scevro da abusi, pressioni usuraie ed anatocistiche, oltre che da logiche estorsive criminali.
Il beneficio della legge 15/2008 prevede il rimborso dei contributi previdenziali per le imprese riconosciute vittime del racket e prevede un contributo fino a 200 mila euro a seconda della dimensione dell’azienda e del numero di occupati. Ma da tre anni questo non avviene
“I ritardi – spiega Giuseppe Spera, presidente dell’Assci – dipenderebbe a quanto pare sia da mancanza di fondi che da problematiche interne alla burocrazia. Una situazione che mette in forte difficoltà le aziende beneficiarie che vorrebbero poter contare anche su questi aiuti per rilanciare le proprie attività, dopo essere state bloccate dalla criminalità. Oltre un mese fa la nostra associazione ha chiesto un incontro all’assessorato su questo argomento ma ancora non abbiamo ricevuto risposta. Ci appelliamo anche a tutte le forze politiche regionali perché facciano passi concreti per sbloccare questa situazione”.
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