Realtà aumentata per far scoprire ai turisti i prodotti e le lavorazioni dell’artigianato siciliano. E’ stato presentato questa mattina presso la sede della Camera di Commercio di Palermo il progetto pilota “Visitor Center“. Un’iniziativa promossa da Confartigianato Sicilia e che coinvolgerà in questa prima fase d’avviamento otto aziende di tre città siciliane (Palermo, Enna e Siracusa).
L’idea punta molto sul legame fra Palermo e il suo mare, cercando di coinvolgere crocieristi ed operatori economici attraverso il cosiddetto diving, ovvero un’esperienza d’immersività in un modo di realtà aumentata nella quale sarà possibile conoscere a distanza il cuore delle aziende, programmare eventuali visite e, perchè no, comprare anche i prodotti realizzati dai marchi siciliani coinvolti. “Stiamo avviando un progetto altamente innovativo – ha dichiarato Stefano Riccelli dell’Università degli Studi di Venezia -. Un ausilio per il turismo crocieristico per conoscere e scoprire l’artigianato siciliano. Esiste una domanda sempre più rilevante e crescente che vuole non solo conoscere le bellezze naturali e culturali di una regione, ma anche che chiede di scoprire la cultura del fare dei territori“.
Una forma di accompagnamento del turista che, nell’idea alla base del Visitor Center, potrebbe trasformarsi in un eventuale stakeholder o buyers persona per le imprese dell’Isola. “E’ un progetto che vuole accompagnare l’artigianato locale in un percorso di informatizzazione – sottolinea il presidente regionale di Confartigianato Sicilia Daniele La Porta -. In questa prima fase, l’idea coinvolgerà tre città (Palermo, Enna e Siracusa) ed otto aziende. Un’idea che vuole fare da contatto fra il visitatore e l’impresa. Si entrerà con una visione digitale nell’azienda, visitandola e vedendo come è fatta, nonchè acquistando i prodotti della stessa”.
Un’evoluzione dell’artigianato che è stato e che è verso quello che vorrà essere in futuro, prospettando opportunità di riqualificazione e rigenerazione urbana, come sostiene l’assessore del Comune di Palermo Maurizio Carta. “L’artigianato a Palermo ha dato il nome ad alcune parti della città e di alcuni quartieri. Dobbiamo tornare ad una città che riscopra la sua manifattureria, la sua identità e che la utilizzi come innesco per la rigenerazione urbana. Lo stiamo già facendo alla Kalsa, su cui già si stanno configurando una serie di iniziative. Il progetto di Massimo Valsecchi su Palazzo Butera e le sue estensioni, l’interesse di Ance su Palazzo De Seta. Ma ci sono tutta una serie di realtà che cominciano ad avere bisogno di un distretto produttivo”.