Compromette la vendita di bovini, ovini e caprini e, quando si manifesta, può comportare un serio impatto socio-economico sulle aziende zootecniche. Apparsa per la prima volta in Sardegna nel settembre del 2000, la Bluetongue, meglio conosciuta come malattia della “lingua blu”, causata da un virus che si trasmette agli animali, ma non agli uomini, tramite punture d’insetti, arriva in Sicilia un mese dopo, a ottobre, e non è mai scomparsa.
Dopo più di 15 anni cos’è cambiato? Ci sono ancora focolai? Gli allevatori siciliani devono avere paura? Per rispondere a queste domande, l’Istituto Zooprofilattico Sperimentale della Sicilia ha organizzato un importante convegno dal titolo “Attualità della Bluetongue nelle regioni Sicilia e Calabria”.
Domani, 19 aprile, alle 10, nell’aula magna dell’Istituto Zooprofilattico sperimentale via Marinuzzi 3, a Palermo parleranno tra gli altri ci saranno Salvatore Seminara e Santo Caracappa, commissario straordinario e direttore sanitario dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale della Sicilia, Ignazio Tozzo, dirigente generale del dipartimento regionale Attività Sanitarie e osservatorio Epidemiologico, Annalisa Guercio, direttore area Diagnostica Virologica – IZS Sicilia, Rossana Bruno, Centro di referenza nazionale per l’Epidemiologia veterinaria (IZS Abruzzo e Molise), Salvatore Dara, direttore area Benessere animale ed Igiene delle produzioni zootecniche ( IZS Sicilia), Alessandra Torina, responsabile laboratorio di Entomologia e controllo vettori ambientale – IZS Sicilia.
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