Un gruppo chat su Telegram, con quasi 10.000 iscritti, con la “promessa” del video dello stupro di Palermo. Che a quanto pare, purtroppo, richiama la pruriginosa curiosità di tante, troppe persone. Il gruppo si chiama “Video ragazza Palermo” ed è già stato segnalato più volte per la chiusura.
Intanto il tribunale del Riesame di Palermo ha confermato il carcere per Angelo Flores e Gabriele Di Trapani, due dei sette ragazzi arrestati con l’accusa di aver violentato, la notte tra il sei e il sette luglio, una giovane di 19 anni di Palermo.
I giudici, che hanno accolto la tesi della Procura diretta da Maurizio de Lucia, non hanno ancora depositato le motivazioni della decisione.
Il tribunale, inoltre, deve ancora pronunciarsi sulla istanza di scarcerazione presentata dai legali di Cristian Barone, un altro degli indagati.
Flores, Di Trapani e Barone sono i primi tre presunti autori dello stupro arrestati anche grazie alla denuncia della vittima. In cella è finito anche un minorenne, che ha parzialmente ammesso i fatti, ed è stato scarcerato e affidato a una comunità.
Nei giorni scorsi, le indagini, che dal giorno della violenza non si sono mai fermate, hanno portato all’arresto di altri tre ragazzi che avrebbero fatto parte del branco che ha abusato della vittima: Samuele La Grassa, Elio Arnao e Christian Maronia che domani compariranno davanti al gip per l’interrogatorio di garanzia.
“Ha raccontato per filo e per segno quello che è successo la notte del 7 luglio. E’ chiaro che ci sono molte cose che saranno oggetto di approfondimento e in questa fase non sia opportuno rivelare – dice l’avvocato Pietro Capizzi che assiste il minorenne – Ci sono indagini e interrogatori in corso degli altri maggiorenni e al momento è preferibile non dire altro”. C’è un video trovato dai carabinieri in uno dei cellullari degli arrestati che lascia pochi dubbi sulla presenza del ragazzo, che ha già compiuto 18 anni, nel cantiere abbandonato sulla costa palermitana dove si è verificata la violenza a cui hanno preso parte sette giovani dai 18 ai 22 anni.
La confessione ha portato alla scarcerazione dell’indagato, che adesso si trova in comunità. La procuratrice per i minorenni Claudia Caramanna ha annunciato già la presentazione di un ricorso contro il provvedimento del gip, ritenendo che si tratta di fatti particolarmente gravi e dunque il giovane deve stare in carcere. “In base al suo racconto – aggiunge l’avvocato Capizzi – ci sono i presupposti per un percorso di recupero da qui la decisione del gip di attenuare le esigenze cautelari alla luce del racconto fatto che il gip ha ritenuto credibili”.