Si terranno lunedì in tribunale a Palermo gli interrogatori dei giovani arrestati con l’accusa di avere violentato in gruppo una ragazza di 19 anni la notte tra il 6 e il 7 luglio.
I giovani palermitani secondo le indagini condotte dai carabinieri del comando provinciale di Palermo sono accusati di avere fatto ubriacare la giovane durante una serata trascorsa alla Vucciria e di averla portata passando da corso Vittorio Emanuele fino al Foro Italico. Qui nel cantiere abbandonato del collettore fognario l’hanno violentata. Qualcuno ha anche ripreso lo stupro e lo ha condiviso. Tre giovani erano stati arrestati il 3 agosto. Per un quarto il gip aveva negato l’arresto. Poi nel corso delle successive indagini per risalire ai sette componenti del branco sarebbe stata confermata anche la sua presenza. Gli altri quattro sono stati arrestati ieri. Tra loro un minorenne.
La vittima ha raccontato tutto
A raccontare quella notte da incubo è stata la stessa vittima. Attraverso il suo racconto i carabinieri avrebbero dato un nome e un cognome a quanti hanno ripetutamente abusato della ragazza. Dopo lo stupro i sette avrebbero lasciato la vittima per strada mentre loro sono andati a mangiare un pezzo di rosticceria in un locale sul lungomare della Cala.
Meditavano vendetta dopo denuncia della ragazza
Volevano vendicarsi dopo avere saputo che i primi tre erano stati arrestati dai carabinieri. Dopo la violenza nel cantiere del Foro Italico i quattro rimasti a piede libero avrebbero anche pensato di vendicarsi per essere stati denunciati. Era il 3 agosto scorso dopo gli arresti di Angelo Flores, 22 anni, Gabriele Di Trapani, 19 anni e Cristian Barone 18 anni, i militari intercettano le parole di Samuele La Grassa ed Elio Arnao, due dei sette arrestati accusati di avere partecipato alla violenza di gruppo.
Il gip nell’ordinanza di custodia cautelare la definisce “volontà punitiva” nei confronti della persona offesa. Una volontà che si aggiunge alle minacce fatte giungere alla ragazza affinché non rivelasse quanto accaduto al Foro Italico.
Il 3 agosto scorso i carabinieri, su ordine della Procura della Repubblica guidata da Maurizio de Lucia, convocarono La Grassa e Arnao. I due discutevano del rischio che Angelo Flores, anch’egli finito in carcere, sarebbe il ragazzo che ha filmato lo stupro, avesse fatto i loro nomi. Su WhatsApp scriveva La Grassa diceva: “Ti giuro stasera mi giro tutta la via Libertà e mi porto la denuncia nella borsetta… gli dico guarda che cosa mi hai fatto e poi gli do una testata nel naso… gli chiudo la narici con una testata”.
Schifani “allungare custodia cautelare”
“Io sono un garantista, la mia posizione liberale è nota agli italiani, ma ritengo che in presenza di reati di allarme sociale in cui la prova è acquisita in modo inoppugnabile, sia sotto il profilo documentale sia sotto quello delle intercettazioni delle conversazioni tra questi ragazzi prima di essere ascoltati dalla forze dell’ordine, a cui va il mio totale plauso, occorrerebbe allungare o raddoppiare i termini della carcerazione preventiva”. Lo ha detto il presidente della Regione Siciliana, Renato Schifani, intervenendo oggi pomeriggio a TgCom24, in merito allo stupro di gruppo su una ragazza diciannovenne a Palermo, per il quale sono stati arrestati sette giovani.
Il governatore dell’Isola prosegue: “Lo dico assumendomi la piena responsabilità. Così si impedirebbe che con la scadenza dei termini possano essere presto rimessi fuori e magari ripetere così efferati comportamenti che sono esecrabili e offendono non solo la dignità di una persona, ma anche di una città, di una regione e di un un intero paese”.
Varchi, “Comune sarà parte civile al processo”
“La violenza sessuale avvenuta a Palermo lascia sgomenti e indignati. Da donna, voglio esprimere la mia vicinanza alla ragazza e alla sua famiglia. Mi auguro che la Giustizia faccia presto il suo corso. Perché barbarie come queste non sono ammesse in una società civile”. Lo scrive Carolina Varchi, deputata di Fdi e vicesindaco di Palermo, sulla propria pagina Facebook.
“Voglio sottolineare – aggiunge – il coraggio della ragazza. Denunciare la violenza rappresenta un importante gesto, che sia da incoraggiamento per tutte. Da vice sindaco, – conclude Varchi – chiederò all’avvocatura di costituirsi parte civile. Nessuna deve restare sola”.
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