Resta in carcere Christian Maronia, uno dei sette indagati per lo stupro di gruppo della ragazza violentata al Foro Italico il 7 luglio. Il tribunale del Riesame (presidente Raffaele Malizia) ha avuto bisogno di poche ore per rigettare la richiesta di scarcerazione avanzata dalla difesa.
E quasi in contemporanea, nel primo pomeriggio, la diciannovenne vittima della violenza – che martedì è stata trasferita in una comunità protetta – postava su Instagram video e messaggi per rispondere a chi continua ancora ad attaccarla e a insinuare che lei avrebbe una «corresponsabilità» per lo stupro subito.
In un’aula del nuovo palazzo di giustizia, alle 9,30 di ieri, intanto iniziava l’udienza davanti al Riesame. Con un piccolo colpo a sorpresa: l’avvocato Alessandro Musso, che come legale aveva depositato la richiesta di scarcerazione e studiato la strategia difensiva in risposta all’ordine di custodia cautelare a carico di Maronia, ha rinunciato al mandato perché «è venuto meno il rapporto di fiducia» con il suo assistito. Musso ha infatti appreso, poco prima dell’inizio dell’udienza, che la famiglia di Maronia aveva appena nominato un altro difensore – che però si è riservato di accettare la nomina. E così Musso ha depositato la revoca del mandato.
Il Riesame ha quindi ascoltato le ragioni della difesa di Maronia, esposte in aula da un altro legale di uno dei sette ragazzi arrestati: in sostanza, in attesa che il nuovo avvocato accettasse, un collega ha garantito il diritto di difesa di Maronia.
Non è la prima volta che Maronia deve fare i conti con la rinuncia di un legale: lui non era presente in aula, ha preferito restare nel carcere dove è stato trasferito dal Pagliarelli (così come tutti gli arrestati, per garantirne l’incolumità, dato il rischio di aggressioni, legato al reato di cui sono accusati). Nei giorni scorsi lo stesso Maronia era però comparso davanti al gip per l’interrogatorio di garanzia, e in lacrime si era difeso chiedendo scusa ma sostenendo che la vittima dello stupro fosse consenziente. Una versione che non ha convinto Procura, gip e adesso anche il Riesame.
Nessun commento dalla Procura, che in udienza ha ribadito le accuse che hanno spinto il gip a emettere l’ordine di custodia cautelare a carico ci Maronia. L’indagine è condotta dai sostituti procuratori Monica Guzzardi (ieri in aula del Riesame) e Giulia Amodeo, con il coordinamento dell’aggiunto Laura Vaccaro e del procuratore Maurizio de Lucia.
Nelle scorse settimane erano state respinte anche le istanze di revoca della misura cautelare presentate da Angelo Flores, Gabriele Di Trapani e Christian Barone. Era tornato in cella, a pochi giorni dalla revoca della misura da parte del gip l’unico minorenne – ormai diciottenne – accusato dello stupro: dopo aver lasciato il carcere, Riccardo Parrinello aveva pubblicato una serie di post in cui si vantava di quanto aveva fatto: una condotta che ha spinto il magistrato a riarrestarlo. Il Riesame, infine, discuterà il 5 e l’8 settembre i ricorsi di Salvatore La Grassa e di Elio Arnao.