Continuano le indagini della procura per confermare il racconto della tredicenne che ha denunciato di essere stata violentata la notte tra sabato e domenica scorsi dopo che si era allontanata dal reparto di Neuropsichiatria infantile dell’istituto mediterraneo di eccellenza pediatrica, l’Ospedale dei bambini, a Palermo, per andare nel quartiere Borgo vecchio con un’amica più grande.
Secondo il suo racconto con la sua amica avrebbe raggiunto un gruppo di ragazzi e con uno di questi si sarebbe appartata per un rapporto consensuale sfociato poi in violenza dopo i suoi dinieghi. La ragazzina sarebbe tornata la mattina di domenica dopo aver bevuto alcolici – non sarebbe però stata ubriaca – e aver fumato marijuana: è risultata positiva alla Cannabis.
Nel reparto c’era la madre, anche lei con problemi di dipendenza, ed ha raccontato di aver subito violenza. Gli investigatori della squadra mobile dopo la testimonianza dell’amica della ragazzina stanno cercando il ragazzo – che sarebbe più grande della vittima – per interrogarlo. Sul caso hanno aperto fascicoli sia la procura ordinaria che quella per i minori.
La ragazzina è seguita in Neuropsichiatria infantile dall’agosto scorso dopo una serie di inserimenti in comunità socio assistenziali da cui è fuggita o è stata dimessa. Il servizio territoriale avrebbe stabilito che la paziente deve andare in una comunità terapeutica e da un mese è ricoverata nel reparto in attesa dell’inserimento.
La preoccupazione che cresce nel sociale
La cronaca della città di Palermo, ci restituisce ancora una volta una storia giovanile intrisa di disagio. Ancora una volta, droga e violenza sessuale si uniscono nel racconto drammatico di un sabato sera.
Una giovane ragazza riesce a fuggire dal reparto di Neuropsichiatria infantile (Ospedale Di Cristina di Palermo) dove era ricoverata, per poi farvi ritorno nella notte, e raccontare del tragico accaduto.
Nelle ore, che separano accade il peggio: uso di sostanze e violenza sessuale in seguito a delle richieste non esaudite.
Ci troviamo di fronte ad una realtà, che non può sottrarsi nell’impegno di ricostruire se stessa, è un intreccio di plurivulnerabilità oggettive, la dipendenza in qualunque forma sta conducendo i giovani a comportamenti disturbati, ad atti di autolesionismo, anche istinti suicidari.
Il MIG in sinergia con l’OIGEC sono pronti a far rete in percorsi di ascolto, intervenendo in azioni dedicate alla sensibilizzazioni su temi che non sono di nicchia ma essenziali. Per la Presidente Re, l’Alfabetizzazione alla Gentilezza, alle emozioni ed al perdono è imperativa. A breve verrà presentata l’agenda dedicata ai percorsi di alfabetizzazione emotiva ed alla gentilezza inerenti al progetto regionale “Sicilia Gentile”.
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