A seguito di un’approfondita consultazione pubblica conclusasi questo ottobre, il governo britannico ha delineato un pacchetto di riforme rivoluzionarie per il settore vitivinicolo che entreranno in vigore nel 2024. Queste riforme, che approfittano delle nuove opportunità emerse dalla Brexit, promettono di favorire gli investimenti, la crescita economica e la creazione di posti di lavoro nell’industria del vino nel Regno Unito.

Il confezionamento

Tra le principali modifiche si annoverano quelle sui requisiti di confezionamento. Dal 2024 verrà eliminato l’obbligo di dotare alcuni vini frizzanti di capsula in alluminio e tappi a fungo. Questo provvedimento intende ridurre gli sprechi e alleggerire i costi di imballaggio per le aziende vinicole.

Alcune delle regole sulla forma delle bottiglie saranno abrogate , il che consentirebbe agli importatori, ad esempio, di importare vini sfusi e sperimentare forme di imbottigliamento non convenzionale.

Le riforme prevedono anche una maggiore libertà per i produttori nell’uso di varietà di uve ibride. I viticoltori potranno selezionare la varietà più adatta alle loro esigenze, riducendo le perdite di uva dovute a patologie o a mutamenti climatici e dallo stesso tempo ampliando, la gamma di scelta per i consumatori.

Il divieto di miscelazione per i vini importanti

Verrà abolito il divieto di miscelazione dei vini importati, conosciuto come “coupage”. Ciò consentirà di sviluppare nuove tipologie di prodotto per i consumatori. I critici di tali modifiche hanno argomentato che queste potrebbero pregiudicare la qualità dei vini importati. Le modifiche consentirebbero, infatti, l’importazione di vini provenienti da diverse nazioni, regioni e con differenti varietà d’uva, che potrebbero essere trasportati separatamente nel Regno Unito prima di essere uniti, imbottigliati e commercializzati.

Un altro punto chiave riguarda l’etichettatura dei vini importati. Secondo le nuove disposizioni, il requisito che richiedeva in precedenza l’indicazione dell’importatore sull’etichetta, verrà revocato a partire dal 1° gennaio 2024. Secondo quanto riportato nel testo della consultazione, il governo britannico non ha invece intenzione di apportare modifiche all’obbligo generale che comporterà per i prodotti preconfezionati alimentari e le bevande di indicare in etichetta l’OSA (FBO) situato nel Regno Unito.
Questa semplificazione favorirà un commercio più fluido e ridurrà gli oneri amministrativi, in quanto dal 2024 sarà sufficiente riportare l’UK FBO che garantisce l’aderenza alle normative alimentari.

Il Regno Unito sta progressivamente consolidando la sua posizione come centro nevralgico del commercio del vino, e in particolare l’Inghilterra e il Galles stanno assistendo negli ultimi cinque anni ad un incremento degli ettari di vigneti del 74%. Queste riforme intendono modernizzare le regolamentazioni esistenti e incentivare gli investimenti in ogni aspetto dell’industria vinicola, dal commercio di vino nazionale ai vigneti e alle cantine, aprendo nuove prospettive per il settore vinicolo britannico.

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