Crollo di intonaci ieri sera sulla statale 121 a Villabate nel Palermitano, bretella in ingresso e in uscita dell’autostrada A19. I calcinacci venuti giù in alcuni casi hanno sfiorato le auto in transito. E sono stati gli stessi automobilisti ad aver lanciato l’allarme al centralino dei vigili del fuoco.
Caduta da un’altezza di 5 metri
Il crollo di intonaci è stato abbastanza consistente. Ad essersi distaccati pezzi di calcinacci della grandezza di un palmo di mano. Sono venuti già dal ponte sovrastante da un’altezza dei circa 5 metri. Fortunatamente nessuna auto è stata colpita, altrimenti ci sarebbero potute essere conseguenze pericolose.
Intervento di messa in sicurezza
I vigili del fuoco sono intervenuti immediatamente con un’autoscala. Hanno rimosso i pezzi che rischiavano potenzialmente di cadere, mettendo tutto in sicurezza. I distacchi si presume che siano stati causati da alcune infiltrazioni di acqua piovana. Sul posto gli agenti della polizia stradale e anche tecnici e operai Anas per verificare il da farsi ed intervenire con la massima celerità.
Altri lavori sul versante orientale
Di interventi di maquillage ne hanno bisogno molte tratte autostradali siciliane. Nel giugno scorso venne aperta la prima carreggiata del viadotto Ritiro, lungo l’autostrada A20. Qui il cantiere era giunto al 90% dei lavori da eseguire, come fece sapere l’allora assessore regionale alle Infrastrutture Falcone. Dallo scorso 27 giugno il traffico dell’autostrada A20, in direzione Palermo, ha iniziato a scorrere lungo la nuova carreggiata lato mare del viadotto Ritiro. Così la prima delle due rampe è stata oggetto di interventi di demolizioni e di intera ricostruzione a oltre 60 metri di altezza. E’ quindi torna a essere fruibile e al servizio di tutta la Sicilia orientale.
Nel 2021 i fari della Procura
Nel 2021 ci fu un’inchiesta della Procura di Messina, affidata alla polizia stradale, sulla stabilità ed eventuale pericolosità dei viadotti dell’autostrada Messina Palermo. Il gip emanò un decreto di sequestro per 22 cavalcavia dopo varie verifiche scattate nel tempo. Tutti erano ricadenti lungo il territorio di Barcellona Pozzo di Gotto.
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