Sospesa dalla Corte di Appello di Palermo l’esecutività di una sentenza di condanna in danno dell’Azienda ospedaliera Ospedali Riuniti Villa Sofia – Cervello di Palermo per oltre 900 mila euro. Nel maggio 2024, l’Azienda ospedaliera è stata condannata dal Tribunale di Palermo a risarcire la somma di oltre un milione di euro la moglie e i figli di un uomo morto il 26 maggio del 2017 durante un intervento di colecistectomia. L’intervento era stato eseguito due giorni prima. L’azienda è stata ritenuta responsabile di averne causato la morte.
Assoluzione in sede penale del personale medico
Così l’azienda ospedaliera, il cui personale-medico sanitario, in sede penale, in relazione alla morte del paziente, è stato assolto, assistita dall’avvocato Girolamo Rubino, ha proposto appello contro la sentenza. La cui prima udienza è programmata per il 22 novembre prossimo. In attesa del giudizio il legale, difensore dell’azienda ospedaliera ha richiesto e ottenuto la sospensione dell’efficacia esecutiva della sentenza impugnata.
Morte non imputabile all’ospedale
“Il decesso del paziente – secondo l’avvocato – non è imputabile all’ospedale il cui personale medico-sanitario ha agito secondo protocolli, come peraltro è stato accertato in sede penale”. La Corte di Appello di Palermo, in parziale accoglimento alla richiesta di sospensione della sentenza avanzata dall’avvocato ha disposto la sospensione dell’esecuzione della sentenza impugnata per un valore di oltre 900 mila euro nonché la sospensione del capo della sentenza di condanna alle spese di lite per oltre 27 mila euro.
Bimba di 5 mesi morta dopo un intervento, quattro medici condannati
Si è concluso con quattro condanne il processo di primo grado per la tragica morte di Beatrice Morici, una bambina di soli 5 mesi deceduta il 30 agosto 2018 all’ospedale Bambin Gesù di Roma. La piccola era giunta nella capitale in condizioni disperate dopo essere stata trasferita dall’ospedale San Vincenzo di Taormina, dove era stata sottoposta a un intervento chirurgico risultato fatale.
Le condanne e le accuse
Il Tribunale monocratico di Messina ha condannato il cardiochirurgo pediatrico Felice Davide Calvaruso a due anni e sei mesi di reclusione. Condannati anche, con la sospensione della pena, l’anestesista Simone Reale, il cardiologo pediatrico Andrea De Zorzi e il cardiochirurgo pediatrico Salvatore Agati, questi ultimi tre a due anni ciascuno. Il Pubblico Ministero Roberto Conte aveva chiesto per tutti gli imputati la condanna a 3 anni.
Un intervento chirurgico durato il doppio del previsto
La vicenda risale al luglio del 2018, quando la piccola Beatrice fu sottoposta a un intervento chirurgico presso l’ospedale di Taormina. L’operazione, che avrebbe dovuto durare circa cinque ore, si protrasse per oltre dodici, come denunciato dai genitori della piccola, costituitisi parte civile nel processo.
Trasferimento d’urgenza e decesso
A seguito delle complicazioni insorte durante l’intervento, Beatrice fu trasferita d’urgenza all’ospedale Bambin Gesù di Roma, dove purtroppo si spense il 30 agosto 2018. L’inchiesta, inizialmente aperta nella Capitale, fu poi trasferita per competenza a Messina.
L’accusa: negligenza medica
Secondo l’accusa, i medici non avrebbero ripetuto l’esame TAC pre-operatorio, ritenuto fondamentale per confermare la diagnosi iniziale di difetto interventricolare perimembranoso. Durante l’operazione, invece, sarebbe emersa una patologia diversa, ovvero un’agenesia dell’arteria polmonare sinistra. Tale patologia, secondo l’accusa, sarebbe stata evidenziata da un’adeguata TAC pre-operatoria, consentendo di pianificare l’intervento in modo appropriato. L’omissione dell’esame avrebbe quindi portato all’esecuzione di un intervento diverso da quello programmato, con un conseguente aumento dei rischi e della durata dell’operazione.