Ormai a Palermo la chiamano tutti la maledizione di Villa Deliella. E’ quell’area dove una volta nasceva una delle più grandi e belle ville liberty della città, abbattuta nottetempo per una speculazione edilizia mai riuscita recando un danno enorme alla città. I ragazzi degli anni ’70 l’hanno conosciuto come l’autolavaggio e parcheggio giudiziario e non di Piazza Croci, sgomberato anche quello perché abusivo. Adesso era diventato il rifugio dell’uomo più ricercato di Palermo, colui che ha dato fuoco a un cane, un pitbull, in piena piazza Croci.
Gli agenti di polizia insieme ad alcuni uomini del comune di Palermo sono intervenuti nella zona di via delle Croci, proprio dove aveva trovato rifugio l’uomo che è accusato di avere bruciato il cane, Aron. L’uomo aveva occupato proprio l’area dove c’era l’autolavaggio in piazza Mordini a due passi da via Libertà.
Organizzato lo sgombero
Si sono presentate le proprietarie del terreno occupato abusivamente dell’uomo ed è stato organizzato lo sgombero dell’area. Non sono mancati momenti di tensione tra l’uomo e gli animalisti che hanno protestato per la violenza nei confronti dell’animale ridotto in fin di vita. Animalisti che nei giorni scorsi sono stati aggressivi tanto quanto lui. si è rischiato il linciaggio e le forze dell’ordine sono dovute intervenire per evitare il peggio in più di una occasione. La rabbi è legata al fatto che l’uomo non è stato arrestato ma solo denunciato per quel gesto di assoluta crudeltà.
L’area recintata e murata
L’area è stata recintata e murata. Non c’è garanzia che nel tempo non scxatti un’altra qualche forma di occupazione abusiva ma per il momento è off limits
La petizione
Oltre 40mila firme in 48 ore. Ed i numeri sono in continuo aggiornamento. Questo il risultato di due petizioni online lanciate il 10 gennaio da Debora Affatigato che chiede giustizia per il pitbull bruciato vivo in via delle Croci a Palermo e l’11 gennaio dall’associazione Uniti per Salvarli Odv.
Appello diventato virale
Il primo appello su Change.org è diventato virale in pochissimo tempo; nel frattempo, come già accennato, nella giornata di ieri, è stata lanciata un’altra petizione da parte dell’associazione “Uniti per salvarli O.D.V.”, che chiede una revisione delle leggi in materia di protezione degli animali.
Il totale delle due petizioni porta quindi le firme a sfiorare le 40mila adesioni. Con numeri in continua evoluzione. Una mobilitazione online straordinaria che dimostra la sensibilità dei cittadini – siciliani e non solo – sul tema.
Le parole di Affogato
“Nella petizione di 9 gennaio a Palermo un uomo ha deciso di compiere un atto ignobile nei confronti del suo cane”, si legge nella petizione di Affogato. “L’animale è stato legato e bruciato vivo ad un palo in centro, in via delle Croci, nei pressi della chiesa di Santa Maria del Monserrato. Non possiamo restare indifferenti di fronte a tanta atrocità, ci sono testimoni che hanno visto ciò che accadeva e l’uomo si racconta, sia stato rilasciato. È un vero e proprio atto Criminale. Voltarsi ed ignorare vorrebbe dire restare silenti complici. Vi chiedo di unirvi e di firmare questa petizione in quanto chi ha commesso questa atrocità, sia indirizzato agli organi competenti”.
La petizione degli animalisti
Questo invece quanto si legge nella descrizione della petizione Uniti per Salvarli Odv. Oltre al fatto di cronaca appare questo messaggio: “Firma questa petizione per dimostrare il tuo sostegno a una legislazione più severa contro la crudeltà verso gli animali. La tua firma rappresenta una voce collettiva che chiede giustizia e protezione per gli animali vulnerabili. Il nostro obiettivo: Raccogliere un numero significativo di firme per portare questa petizione all’attenzione delle autorità competenti, affinché si adottino misure concrete contro la crudeltà verso gli animali e si garantisca che giustizia sia fatta per il cane maltrattato a Palermo. Unisciti a noi per difendere chi non può difendersi da solo. Firma ora per chiedere giustizia e porre fine a tali atti di crudeltà!”
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