I vigili urbani di Palermo dovranno sottoporsi a test psicoattitudinali ogni tre anni per il porto d’armi utilizzato in servizio. Lo prevede una delle norme del nuovo regolamento approvato dal Consiglio comunale di Palermo. Le ragioni di questa procedura le spiega Angelo Colucciello, comandante del Corpo di Polizia Municipale a Palermo.

Arrivato alla guida del Corpo municipale di Palermo dopo una carriera nell’Arma dei Carabinieri, Colucciello ricorda come una norma relativa al test psico attitudinale fosse già prevista dal precedente regolamento e che la decisione attuata dal Consiglio comunale è in linea con quanto previsto dalle direttive e dalle leggi che fanno riferimento al Ministero dell’Interno.

Test psico attitudinali ogni tre anni, in linea con quanto previsto dal Viminale

“La misura c’era già, ed era già prevista nel Regolamento già attivo presso il comando della Polizia municipale e imponeva che questa visita venisse fatta ogni anno. Come tutti ben sanno, la mia estrazione da carabiniere mi ha fatto ragionare un attimo su questa questione per valutarne gli esiti e gli effetti, tanto quelli positivi quanto anche quelli negativi. In realtà la norma che è stata modificata con l’approvazione del nuovo regolamento, ha spostato questo limite da un anno a tre anni. Perché tende e si pone sulla strada della normativa nazionale che ricordo a tutti è competenza esclusiva del Ministero dell’Interno. Già da anni il settore era stato regolamentato, dando una disciplina anche relativamente tranciante e diciamo e definitiva rispetto a pareri non sempre allineati che nel tempo erano stati dati”.

La nuova norma va anche in direzione di una semplificazione operativa: “Spostare in avanti il limite temporale delle visite ritengo sia una cosa utile.  Sarebbe stato non semplicissimo organizzare tutte queste visite annualmente, perché non sono le stesse competenze che possono essere svolte e quindi certificate dal medico del lavoro. Le visite – continua il comandante della Polizia Municipale – devono certificare l’attitudine psicofisica al mantenimento del porto d’armi, ma va anche detto che in questo caso si parla impropriamente di porto d’armi”. Infatti, “l’ultima regolamentazione del Ministero dell’interno – con un articolato assolutamente preciso – ha equiparato il porto dell’Arma di qualsiasi appartenente alle polizie locali al porto dell’Arma degli appartenenti alle forze di polizia a competenze generali in ragione di un assunto dettato dalla norma”.

Sullo sfondo restano i tanti problemi della Polizia Municipale di Palermo, un Corpo che ha bisogno di personale e risorse economiche per poter operare al meglio: attualmente il Corpo palermitano opera con il 48 per cento del personale previsto dalla pianta organica, 844 dipendenti sugli oltre 1700 previsti.

Vigili urbani, penalizzati dalla carenza d’organico

Sullo sfondo l’annosa questione della carenza d’organico. “Noi dovremmo essere 1720, siamo all’incirca 840. Diventa difficile, poiché ci sono dei servizi che sono insopprimibili. A parte questo, poi, il Comando di Polizia Municipale entra a pieno titolo,  e con competenze molto ampie,  nel piano di riequilibrio dell’Amministrazione comunale Comune di Palermo. Quindi devono essere garantiti dei servizi di carattere tecnico amministrativo per il recupero delle sanzioni e degli oneri delle sanzioni.  Quindi tutto quello che manca come forza rispetto agli organici, di fatto manca dal controllo della strada.