Dopo una sequela infinita di polemiche, si apre qualche spiraglio di confronto sui lavori relativi alla realizzazione della pista ciclabile in via Oreto, a Palermo. Come è noto, il progetto voluto dall’assessore Maurizio Carta fungerà da collegamento fra l’area della Stazione Centrale e quella dell’Università degli Studi di Palermo. Un’infrastruttura importante ma che rischia, in alcuni suoi passaggi, di scontrarsi con i problemi di viabilità e di spazi.
Il problema del passaggio sul ponte Oreto
Nodo particolarmente critico riguarda il ponte Oreto, viadotto che attraversa l’omonimo fiume di Palermo. Struttura ammalorata e che da anni attende lavori di manutenzione ancora oggi non iniziati. Fatto che ha imposto ingenti limitazioni al traffico, come il divieto di transito per i mezzi superiori ai 35 quintali (fatto che taglia fuori tutti i mezzi pubblici) e quello relativo ai pedoni, con i marciapiedi in larga parte transennati e nei quali si sono generate, fino a qualche giorno fa, pericolose buche. E, in un simile contesto, è difficile pensare alla co-esistenza con una pista ciclabile che, complessivamente, occuperà un metro di larghezza di carreggiata a corsia, riducendo lo spazio per le auto a soli sei metri.
Un imbuto che, tra l’altro, il prossimo anno dovrà fare i conti anche con i lavori al ponte Corleone sulla carreggiata in direzione Trapani, nonchè con la rivoluzione del traffico avviata con il cambio di percorso della linea 246. Insomma, una bella gatta da pelare per gli uffici, con i residenti già pieni di domande sul progetto. A cercare di fare da trade unioni i consiglieri di maggioranza Dario Chinnici e Salvo Imperiale. Gli esponenti rispettivamente di Lavoriamo Per Palermo e Nuova DC annunciano un incontro con gli uffici proprio sul tema della pista ciclabile.
“E’ necessario però che si tratti di un progetto condiviso, frutto dell’ascolto di chi vive il territorio – sottolineano i due -. Lunedì 18 dicembre la IV e la VI Commissione Consiliare si confronteranno con gli uffici per verificare il percorso e le tappe di realizzazione dell’opera“. Un progetto comunque difeso dagli esponenti di maggioranza. “La nuova pista ciclabile di via Oreto, che collegherà la Stazione centrale di Palermo a viale Regione siciliana, finanziata grazie alla variazione di bilancio approvata in consiglio comunale, sarà un importante strumento di mobilità alternativa che servirà anche l’Università e gli ospedali Policlinico, Cervello e Ismett”.
Le limitazioni sulla struttura della III Circoscrizione
Sul ponte Oreto vigono infatti ingenti limitazioni alla viabilità. A stabilirle è l’ordinanza del 4 aprile 2021 firmata dall’ingegnere Tonino Martelli. Documento nel quale viene di fatto attestato il divieto di transito veicolare per i mezzi superiore a 35 quintali. Un limite che, di fatto, ha tagliato fuori tutti i mezzi pubblici in dotazione ad Amat, con conseguente spostamento di diverse linee verso via Buonriposo e corso dei Mille. Una mazzata a cui si aggiunge anche il divieto di transito pedonale che vige sul ponte. Limitazione dovuta alla condizione precarie dei marciapiedi, messa ancora di più a nudo dalla formazione di una nuova buca a metà ponte. Foro tappato in qualche modo dalla maestranze del Comune ieri pomeriggio, ma che denuncia la necessità di interventi urgenti per ripristinare le condizioni di sicurezza.
Che fine hanno fatto i lavori?
E i lavori? Sarebbero dovuti partire quest’anno. La prima tranche degli interventi è stata assegnata l’8 febbraio scorso dall’Urega. Ad uscirne vincitrice l’azienda Cantiere Edili di Favara. Ciò in attesa che si completi la fase progettuale. E, proprio su quel fronte, si sono registrati alcuni ritardi, così come dichiarato dal capogruppo del M5S Antonino Randazzo. “Siamo ancora in fase d’aggiudicazione della progettazione esecutiva dei lavori sulla struttura. Speriamo che possano iniziare nel 2024. Anche perchè, la situazione è pericolosa. Nei giorni scorsi c’è stato un cedimento del marciapiede che, di fatto, è inagibile”. Per gli interventi di manutenzione bisognerà quindi attendere. Opere che, nel complesso, costeranno circa 6,2 milioni di euro. Di questi, 3,6 milioni di euro serviranno a finanziare la prima parte delle opere previste nell’accordo quadro ed inserite nell’ultimo piano triennale delle opere pubbliche 22-24.
Una viabilità già in crisi
Una situazione complessa e che dovrà essere ben ponderata in vista dei futuri lavori da condurre non solo sul ponte Oreto, ma anche e soprattutto sulla carreggiata in direzione Trapani del ponte Corleone. Struttura sulla quale vigono alcune limitazioni che, già in passato, hanno mandato in crisi la viabilità della III Circoscrizione. Tema sul quale era stata avanzata perfino la richiesta di realizzare un raddoppio del ponte Bailey alla Guadagna, poi non messa in pratica. Criticità che potrebbe avere delle ricadute soprattutto sul traffico veicolare delle auto. Flusso di mezzi sul quale si potrebbero registrare ulteriori difficoltà.
Lo stato di degrado del ponte Oreto
Lo stato in cui versa il ponte Oreto è già noto da tempo. La struttura necessita una manutenzione ordinaria e straordinaria già da un paio di decenni. Situazione evidenziata anche in un atto dell’Ufficio Città Storica dell’aprile 2021. Documento nel quale il Rup Tonino Martelli esplicava una “sommaria contezza delle condizioni di degrado e ammaloramento delle strutture dell’opera, immediatamente visibili alla semplice ricognizione esterna”. A tal proposito, il funzionario tecnico chiedeva “con massima urgenza, ogni utile iniziativa o provvedimento per l’esecuzione immediata degli interventi urgentissimi di manutenzione straordinaria”. Lavori “assolutamente necessari per la riparazione e ricostituzione della funzionalità originaria delle componenti strutturali e delle opere accessorie, impiantistiche e funzionali. Ciò in modo da evitare l’ulteriore deperimento delle strutture che potrebbe, realisticamente, compromettere la stabilità dell’opera”.
Interventi di una certa caratura, necessari a mantenere le regolare funzionalità della struttura. Tra questi, il Rup chiedeva “il risanamento di tutte le strutture in cemento armato ammalorate; l’impermeabilizzazione dell’impalcato; la fornitura e posa in opera di giunti di dilatazione tra i corpi a contatto; il rifacimento impianto di smaltimento delle acque meteoriche; il risanamento dei parapetti”. Inoltre, l’Ufficio Città Storica sottolineava la necessità di una “riduzione al minimo possibile, nelle more di eseguire gli interventi di riparazione, dei pericoli per la pubblica incolumità (sia per l’utenza pedonale e veicolare che attraverso il Ponte Oreto, che per l’utenza della sottostante via Emanuele Paternò)”. Allerta derivante “dal rischio di cedimenti, anche localizzati, delle strutture del Ponte e/o di parti anche non strutturali dello stesso”. Ciò attraverso “la chiusura totale della struttura o quantomeno l’inibizione dei passaggi pedonali e la limitazione del traffico al solo transito di veicoli leggeri“.
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