Via libera all’Ars al documento di Economia e Finanza, primo passaggio verso la formazione del bilancio di previsione 2025 della Regione siciliana e verso la nascita della nuova legge di stabilità regionale.
Un passaggio veloce e quasi indolore che avviene nei tempi tecnici e che permette di pervenire, se non ci saranno incidenti, all’approvazione del nuovo documento economico in tempi rapidi e senza ricorrere all’esercizio provvisorio.
La soddisfazione del Presidente della Regione
“Il Defr certifica il miglioramento economico che la Sicilia ha avuto negli ultimi anni e prevede una crescita del Prodotto interno lordo (Pil) tendenziale dello 0,9% nel 2023 in linea con il dato nazionale. Anche nel 2024 la crescita stimata è dello 0,7% così come nel resto del Paese. A fronte di queste previsioni, nel Defr si prevede che l’attuazione delle politiche governative possa determinare per il 2024 un Pil programmatico del 1,9%, del 2,5% nel 2025 e del 2,3% nel 2026” spiega con soddisfazione il governatore Renato Schifani.
Per il Presidente della regione tutto dipende dalla mole di investimento pubblici e dalle scelte fatte dal suo governo “Ciò sarà possibile grazie agli investimenti pubblici che il mio governo sta sostenendo e stimolando e che hanno portato anche all’aumento dell’entrate tributarie, segnale inequivocabile di una inversione di tendenza che ci consente, in particolare, di immettere nuova liquidità nel tessuto produttivo dell’Isola”.
I dati economici, “Sicilia cresce più dell’Italia”
Il Defr evidenzia numerosi dati economici dai quali risulta che l’Isola è cresciuta più della media nazionale. In particolare, l’indice di grave deprivazione materiale e sociale “Europa 2030” (si tratta del calcolo dello svantaggio della popolazione di alcune aree del paese e del vecchio continente, fra cui c’è la Sicilia), nel 2023 in Italia è stato pari a 4,7% mentre in Sicilia è stato pari a 5,2%, in netta discesa rispetto al 2022 in cui era del 6,1%. Particolarmente positivi i dati d’immatricolazione degli autoveicoli nuovi nel primo quadrimestre 2024: +11,7% rispetto al dato dell’Italia che si è assestato al +7%. Le compravendite immobiliari nel 2022 in Sicilia segnavano +37,5% rispetto al +30,1% italiano e nel 2023, anno di crisi del settore, si sono ridotte meno della soglia nazionale (-2,7% a fronte del -9,5% italiano). Importanti anche i dati dei lavori pubblici, delle presenze turistiche e quelli dell’occupazione rispetto alla quale parte proprio in queste ore il nuovo provvedimento che prevede incentivi erogati “a sportello” (ovvero in base all’ordine delle richieste dam parte delle aziende) alle imprese che assumono.
L’Assessore all’economia
“Il governo regionale – afferma l’assessore all’Economia Alessandro Dagnino – è attento alle criticità e alle emergenze sociali ma respinge le ricostruzioni di chi vorrebbe descrivere negativamente la Sicilia. I dati macroeconomici dimostrano, invece, che l’Isola cresce grazie alle politiche regionali di sviluppo a sostegno delle imprese e ai consumi delle famiglie nonché per l’ottimale realizzazione di rilevanti investimenti pubblici consentiti dai fondi strutturali comunitari e dal Pnrr”.
L’attacco dei 5 stelle, “Spariti dal documento il ponte e la Siracusa – Gela”
Ma per l’opposizione pentastellata si tratta di un documento che si limita a enunciare una serie di numeri e non c’è una visione della Sicilia di domani “Senza visione e strategie e ricco di contraddizioni e importanti mancanze” definiscono il Defr in deputati 5 stelle.
“Il M5S all’Ars ha bocciato senza mezzi termini il Defr illustrato oggi in aula dal neo assessore all’economia Dagnino “senza visione, e con grandi mancanze, tra cui il ‘ponte del nulla’, che ha scippato 1 miliardo e 300 milioni di euro dalle disponibilità regionali per poi non essere nemmeno menzionato, e l’attesissima Siracusa Gela”.
A illustrare le motivazioni della bocciatura del documento si sono alternati allo scranno i deputati Campo, Sunseri, Marano Gilistro e Schillaci che hanno messo in evidenza le numerose criticità di un documento con enormi lacune e incongruenze sul versante delle infrastrutture, dei rifiuti, del patrimonio boschivo, dei trasporti, delle politiche giovanili, solo per fare qualche esempio”.
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