Se il Palermo è entrato nella famiglia del City Group probabilmente parte del merito è di Fabio Capello. Il dettaglio lo rivela il presidente del club rosanero Dario Mirri a Repubblica durante L’Isola di Robinson alla Via dei Librai, l’evento culturale che interessa il Cassaro nel cuore del capoluogo siciliano. In un dialogo col giornalista Massimo Norrito il presidente-tifoso parla dei momenti più significativi della storia rosanero negli ultimi anni.
Dal fallimento all’ingresso nella galassia del City Group. Ed a facilitare la trattativa con gli arabi, infatti, fu il dialogo che l’ex tecnico di Milan, Roma, Real Madrid e Nazionali inglese e russa, ebbe con lo sceicco Mansour a parlare della città al capo alla grande holding internazionale durante un festival del calcio negli Emirati Arabi.
I retroscena sull’arrivo del City Group
Svela aneddoti e retroscena l’artefice della rinascita del Palermo, rilevato nel 2019 dopo il fallimento della società e portato in D e in C, con una pandemia in mezzo, sino alla cavalcata miracolosa di Baldini e l’avvento del City Group.
“Capello illustrò a Monsour cosa stavamo costruendo qui”
“A Natale del 2021 il gruppo organizzò un evento importante sul calcio e lì ho saputo che Mansour prese una decisione sollecitato da Fabio Capello che ama la Sicilia e li convinse a guardare l’Italia per gli investimenti – ha raccontato Mirri – Capello ha illustrato quello che stavamo costruendo qui. Poi loro hanno contattato il direttore Giovanni Gardini e Michele Centenaro che hanno segnalato il Palermo, una società sana con prospettive straordinarie”.
Una scintilla che come ha ricordato ancora Mirri è nata definitivamente nel ristorante di specialità catalane di Ferran Soriano, il supermanager del Cfg, che di lì a pochi mesi sarebbe atterrato a Palermo in quella storica giornata di luglio del 2022, che ha segnato il primo giorno di una nuova era sportiva del Palermo.
Mirri “Sogno è un club con casa al centro sportivo di Torretta”
Tanti gli argomenti trattati durante l’evento a margine nella Via dei Librai. Si parla del centro sportivo, la casa del Palermo. Il sogno come definito dal presidente rosanero che sottolinea: “Oggi il nostro sogno è un club con una casa che è il centro sportivo di Torretta e uno stadio di proprietà da ristrutturare, per un Palermo che ci sarà per sempre, con un futuro solido e in serie A”.
Parole e aneddoti del presidente-tifoso rosanero, che nel nome dello zio Renzo Barbera, ha raccontato la sua esperienza ai vertici della società di viale del Fante.
“Se ci fosse stadio nuovo mi dimetterei subito”
Inevitabile parlare della questione stadio a pochi giorni dall’esclusione del Renzo Barbera dal dossier della Figc consegnato alla Uefa per la candidatura dell’Italia per ospitare Euro 2032. Come è noto, lo stadio di viale del Fante non ha i requisiti Uefa.
Queste le parole di Mirri: “Se fosse costruito uno stadio nuovo mi dimetterei immediatamente da presidente, perché il ‘Barbera’ è la casa e la memoria che questa città e suoi tifosi non possono perderla. Lo stadio poi è intitolato a un presidente, che pur non essendo il più vincente, ha incarnato l’amore viscerale per questi colori e questa città”.
“Nostro progetto rimane quello presentato a Comune e Regione”
Mirri ha detto inoltre: “Il nostro progetto resta quello presentato al Comune e alla Regione, con lo studio di fattibilità redatto insieme al Credito sportivo: ristrutturare lo stadio, acquisendone la proprietà sul modello di Bergamo, Udine e Reggio Emilia. Intanto abbiamo deciso di aprirlo alla gente con il concerto di Vasco Rossi, un atto di amore per la città, a dispetto di oneri e rischi come la manutenzione del prato”.
Parla a cuore aperto Dario Mirri, che anche quest’anno ha sottoscritto il suo immancabile abbonamento in gradinata. Si emoziona il presidente rosanero che ha accolto al museo storico del Barbera un altro presidente, quello della Repubblica, Sergio Mattarella (“la chiusura di un cerchio storico”).
Sul campionato
Mirri ha pure parlato di attualità, ovvero su tutte le questioni aperte, che il tifo palermitano segue con trepidazione: “Penso che dobbiamo subito raggiungere la salvezza e che siamo in perfetta linea con gli obiettivi stagionali del gruppo, che aveva previsto una posizione tra il decimo e il dodicesimo posto – ha detto – i play-off? Anche gennaio, nonostante un’ottima campagna acquisti, ho sempre pensato che quest’anno siamo in una fase iniziale, un po’ come il primo anno in C, quando li abbiamo giocati e persi, per cui restano solo un sogno, ma sfido la squadra a dire che avevano ragione loro”.
Mirri è sicuro della serie A “Palermo non è società satellite”
Ma è sicuro invece della serie A: “Arriverà sicuramente perché il Palermo non è una mera società satellite, ma un club importante per il City Group, secondo un progetto che garantirà ai colori rosanero un futuro per i prossimi 10 anni, lontano da false fideiussioni bancarie”.
Sul Palermo di Zamparini
Anni in chiaroscuro che Mirri ha ricordato, quando gli è stato chiesto del Palermo di Maurizio Zamparini. “Era la società de grandi risultati e dei campioni che ci hanno fatto divertire, ma non c’era un progetto di lungo termine e quindi alla fine si è trattato di vittorie in un certo senso effimere tanto che poi c’è stata una fine triste, con la società che ha perso tutto il suo valore”.
E sul fallimento
Poi il fallimento. “Il Palermo poteva andare anche in A, certo, ma quando in B hai 42 milioni di euro di debiti non ti puoi salvare – ha affermato il presidente – Abbiamo costruito un progetto serio, in anni di pandemia, perdendo un milione in D, e poi 8 in C, un campionato insostenibile. Poi è arrivato Baldini, condottiero di 100mila persone nel finale di stagione miracoloso. Ricordo sempre le contestazioni dopo il 2-2 di Pagani. Ci accusarono di non avere dignità, ma su quella posso assicurare che questa società l’avrà per sempre”.
“Il club può contare su 10 anni di serenità e sono certo che in futuro arriverà la serie A” “Siamo pronti a intervenire sullo stadio e abbiamo già chiesto al Comune di vendercelo”.
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