Khalifa Haftar non parteciperà alla Conferenza sulla Libia di Palermo ma arriverà comunque in Sicilia per prendere parte ad un summit a margine dell’evento con i presidenti di Egitto, Tunisia, Ciad, Niger e con il premier italiano, Giuseppe Conte, e russo, Dmitri Medvedev. Sono le ultime indiscrezioni riferite dal sito libico ‘The Address’ vicino al generale. Fonti di governo interpellate dall’Ansa non confermano né smentiscono.
E’ questa la via della mediazione che si sta percorrendo per evitare il fallimento del vertice di Palermo. Haftar non partecipa ufficialmente per la presenza nella delegazione del Qatar di un diplomatico non gradito ma il Qatar non intende farsi dettare la lista della propria delegazione e nessuno dei paesi partecipanti avanzerebbe una simile richiesta. Da qui la mediazione informale
“La crisi libica rappresenta ancora un focolaio preoccupante nello scenario internazionale ed è encomiabile l’autorevole impegno del Presidente Conte per favorire un percorso elettorale e democratico nel Paese. Grazie a questa iniziativa l’Italia svolge un ruolo di mediazione in grado di promuovere quel processo di stabilizzazione che deve essere anzitutto intra-libico” dice il Ministro per i Rapporti con il Parlamento e la Democrazia diretta, Riccardo Fraccaro. “La Conferenza di Palermo ‘Con la Libia, per la Libia’ – aggiunge – ha la funzione di rilanciare e concretizzare il Piano presentato dall’Onu per superare lo stallo politico e prevenire un’escalation di violenza nel Paese. Rappresenta un’occasione di confronto, inclusiva e costruttiva, per mettere intorno ad un tavolo le diverse componenti coinvolte e tutti i più importanti Paesi”.
“L’Italia ha il dovere istituzionale di svolgere un ruolo utile a garantire pace e sicurezza in tutta l’area mediterranea. Ringrazio il premier Conte che si sta spendendo con successo, mediando tra Al-Sarraj e Haftar, nell’ambito del processo di pacificazione della Libia. La conferenza di Palermo – conclude Fraccaro – può rappresentare quindi un punto di svolta per la crisi libica e l’avvio di un percorso legislativo e costituzionale per costruire un Paese stabile e democratico”.
Gli incontri bilaterali a margine sono già iniziati. Il vice ministro degli Esteri e inviato speciale del presidente Vladimir Putin in Medio Oriente Mikhail Bogda ha incontrato proprio a margine della conferenza sulla Libia di Palermo Khaled Al-Mishri e Ghassan Salamé, rispettivamente il presidente del consiglio di stato supremo libico e l’inviato dell’Onu in Libia. Lo riporta la Tass. Nel corso della conversazione con Al-Mishri Bogdanov ha confermato la posizione della Russia, ovvero “superare le differenze attraverso il dialogo, così da garantire l’integrità territoriale e la sovranità della Libia”. Con Salamé Bogdanov ha discusso gli “aspetti attuali” della situazione libica, notando l’importanza di iniziare “il più presto possibile un processo politico sostenibile” che porti all’organizzazione delle elezioni”. La Russia, sottolinea la Tass, è rappresentata alla conferenza di Palermo da Bogdanov.
Intanto arriva l’annuncio della partecipazione del presidente egiziano Abdel Fattah Al Sisi alla Conferenza per la Libia di Palermo é stato fatto dal portavoce della presidenza, l’ambasciatore Bassam Radi. Lo scrive l’agenzia ufficiale Mena.
Nel complesso sono 38 ledelegazioni. Ci sarà anche il presidente del Consiglio Ue Donald Tusk – oltre al “ministro degli Esteri” europeo Federica Mogherini secondo quanto si apprende da fonti di governo che spiegano come saranno appunto 38 le delegazioni ufficiali presenti al summit. Ed è prevista, al momento, anche la presenza del premier russo Dimitri Medvedev. Al tavolo sulla Libia parteciperanno inoltre delegazioni di Lega Araba, Fmi e Banca Mondiale mentre i giornalisti accreditati sono 450. L’arrivo del premier Giuseppe Conte è previsto nel pomeriggio.
Ma tutti questi movimenti non fermano le polemiche. “Ieri a Parigi c’era il mondo, da Trump a Putin: tutti ospiti di Macron per ricordare la Prima Guerra Mondiale. L’Italia di Conte e di Moavero Milanesi aveva studiato bene il calendario e pensato di organizzare una bella conferenza sulla Libia in Italia, il giorno dopo Parigi, contando sulla presenza “in zona” di tutti i grandi leader. Purtroppo nessuno dei grandi – che pure hanno partecipato in massa a Parigi – ha deciso di accogliere l’invito italiano. La credibilità in politica estera è una cosa seria, non si improvvisa”. Lo scrive Matteo Renzi, senatore del Pd nella sua Enews. “Per chi conosce le regole degli incontri internazionali e della diplomazia quello di Palermo è purtroppo un flop clamoroso. E io – scrive ancora – da italiano, sono molto dispiaciuto. Macron ha mostrato a Conte come si organizzano gli eventi internazionali. E mentre il mondo era a Parigi a discutere di Pace e di futuro, i due leader del governo italiano erano uno alla fiera del motociclo, l’altro a insultare i giornalisti su Facebook”.
“Ancora non è iniziata e già parlano di fallimento?” replica secco il vicepresidente del Consiglio Luigi Di Maio rispondendo anche a chi, a Montecitorio, gli ricorda le critiche già arrivate dall’opposizione sul vertice di Palermo per la Libia.
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Nuove ombre di fallimento si allungano sulle trattative
(nella foto il maresciallo generale Khalifa Haftar in immagini di Aljazeera)