Ancora niente di fatto per la Rinascente e niente di positivo sembra profilarsi all’orizzonte. La Uiltucs Sicilia comunica che l’incontro di oggi al ministero sulla vertenza non ha prodotto alcun risultato risolutivo.
“La vicenda – spiega Marianna Flauto, segretario generale della Uiltucs Sicilia – è ormai al capolinea e se lunedì non si troverà un accordo sarà la fine. Rinascente ha compiuto un altro importante sforzo presentando l’ennesimo rilancio. Purtroppo Fabrica immobiliare continua nel suo comportamento ambiguo e intransigente. L’incontro è stato aggiornato a lunedì e ci auguriamo che possa essere la volta buona per trovare un accordo. A fronte del grande impegno sulla vertenza dimostrato dal Ministero, dal sindaco e dall’assessore Giovanna Marano, Rinascente ha mostrato in ogni caso di tenere a cuore il futuro dei lavoratori, rilanciando l’offerta ed essendo comunque disponibile a una ipotesi di cessione della licenza con i dipendenti alla scadenza del contratto. Dall’altra parte però continuano a esserci passi indietro e cambi di posizione”.
Rinascente dopo la prima proposta dello scorso aprile, di 800 mila euro l’anno per sei anni più altri sei anni a 900 mila euro, è arrivata alla proposta di 9 anni a 1,39 milioni medi per anno più 9 anni a 1,6 milioni medi per anno, con opzione di acquisto ramo d’azienda con il personale incluso a 1,2 milioni.
L’azienda ha comunicato oggi ai lavoratori tutti gli sforzi fatti. Dopo diversi rilanci, l’ultimo in ordine di tempo ha aumentato il canone medio annuo di 130 mila euro, per un totale sui 9 anni di 1,2 milioni. L’offerta totale è cresciuta di 2,1 milioni di euro rispetto all’ultimo incontro con ministero.
Fabrica ha inoltre chiesto una fideiussione a garanzia del pagamento del canone totale dei primi 9 anni pari a 13,7 milioni, richiesta ritenuta da Rinascente “totalmente anomala in un normale contratto d’affitto, e costosa per circa 40 mila euro anno, ma abbiamo accettato anche questa richiesta”. Fabrica non ha però accettato l’ultimo rilancio. Rinascente ha evidenziato ai lavoratori che “gli ultimi 2 rilanci provocherebbero comunque perdite nel conto economico, pertanto, come comprenderete, noi non possiamo andare oltre”.
L’azienda ha infine rimarcato che “gli sforzi sono unicamente dettati dalla volontà di rimanere a Palermo e soprattutto di salvaguardare i 75 posti di lavoro più 30 dell’indotto”, e ha confermato che in assenza di una soluzione al tavolo ministeriale di lunedì la chiusura sarà inevitabile.
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