Un tavolo regionale alla presenza degli assessori Attività produttive e al Bilancio per verificare insieme ai sindacati le quantità e le destinazioni degli investimenti e dei finanziamenti pubblici, sulle nuove reti di comunicazione messe a bando sul territorio.

E’ la principale richiesta avanzata dai sindacati alla Regione durante un incontro che si è tenuto a Palazzo d’Orleans con il capo gabinetto della segreteria del Presidente della Regione, al termine della manifestazione partita da piazza Verdi a Palermo in occasione dello sciopero nazionale dei lavoratori Tim, indetto dalle segreterie nazionali di Slc Cgil, Fistel Cisl e Uilcom Uil, per protestare contro “i tagli di diritti e di salari e contro la nuova dirigenza aziendale, che a nove mesi dall’insediamento, non è riuscita a sviluppare e presentare un piano industriale” fa sapere la Fistel Cisl. “Questi investimenti devono servire a mantenere e creare nuova occupazione stabile e legale. Ad oggi – spiega Roberto Giannotta componente segreteria Fistel Cisl Palermo Trapani -, la dirigenza è stata capace di presentare soltanto un piano puramente finanziario che si pone l’obiettivo di risparmiare 1 mld e 600 mln di euro, attraverso la disdetta unilaterale, dal 1 febbraio, del contratto di secondo livello”.

In migliaia provenienti da tutte le province siciliane hanno sfilato fino a piazza Indipendenza “per chiedere un piano industriale che si ponga l’obiettivo del rilancio della quinta azienda italiana che conta anc’ora oggi circa 50 mila dipendenti. Basta con i tagli degli stipendi, da anni come lavoratori stanno contribuendo con le loro tasche, attraverso i contratti di solidarietà, al risanamento economico dell’azienda. Chiediamo al nuovo management di parlare di futuro aziendale, d’investimenti, di nuove tecnologie, di formazione e massima occupazione per tutti i lavoratori Tim”.

“Una vertenza che ci vede impegnati – concludono dalla Fistel – perché bisogna tutelare il settore e questi posti di lavoro fondamentali per la nostra terra. Serve trasparenza e conoscenza sulle modalità di assegnazione degli appalti e sub appalti di rete e delle attività commerciali fornite in outsourcing nel variopinto mondo dei call center. E’ fondamentale il ripristino del secondo livello contrattuale, la possibilità di poter lavorare, senza mortificare le professionalità, garantendo per il presente e per il futuro un reddito dignitoso per tutti i lavoratori”.