I commissari straordinari di Blutec hanno pubblicato una manifestazione di interesse per la vendita di tutti i complessi aziendali della società, incluso lo stabilimento di Termini Imerese. Si riaccendono dunque le speranze per lo stabilimento ex Fiat del Palermitano soggetto negli ultimi anni ad una vera e propria odissea.

Era il 2 maggio 2016 quando dopo cinque anni di buio e cassa integrazione i cancelli dell’ex Fiat di Termini Imerese riaprivano sotto il marchio Blutec con una ventina di ex operai, che rientrava in fabbrica, non per tornare in catena di montaggio ma per progettare al pc e stampare in 3D componenti per auto, dopo un periodo di formazione. Poi le indagini della Procura sui fondi pubblici destinati alla riconversione del sito siciliano e lo spettro di una nuova chiusura. Oggi, alla vigilia della festa del primo Maggio la notizia della manifestazione di interesse.

Ma lo stabilimento “da oltre decennio è il simbolo dell’Italia e della Sicilia che non riesce a ripartire”. Lo afferma in una nota la senatrice del M5S Antonella Campagna, componente della commissione Lavoro del Senato, riferendosi alla manifestazione di interesse del gruppo Blutec, in amministrazione straordinaria. “Da parte di questo governo c’è la massima attenzione al rilancio del polo industriale termitano – aggiunge –. Per questo auspico che la scelta dei commissari di acquisire proposte utili alla rinascita delle sei realtà produttive del gruppo, possa davvero rappresentare la chiave di volta per lo stabilimento di Termini Imerese, un sito mortificato da decenni, che non merita di finire sotto i riflettori una volta l’anno come simbolo dell’Italia che si è fermata e non riesce a ripartire”.

Sul rilancio del sito industriale ex Fiat di Termin Imerese se ne è parlato a marzo a Palazzo Comitini nel corso di un vertice tra il sindaco metropolitano, Leoluca Orlando, il coordinamento dei sindaci del territorio, i sindacati e i Commissari Straordinari della Blutec, indicati dal MISE.

Al tavolo i tre Commissari hanno illustrato il percorso che avrebbero dovuto individuare, entro il mese di aprile con flessibilità di derogare a luglio, il cammino di avvio al programma con il quale è opportuno predisporre l’approvazione dell’accordo di programma che renda appetibili tutti gli impianti presenti nell’area. 

L’accordo è articolato in due fasi: una prima che indichi le risorse disponibili e una seconda atta alla declinazione degli strumenti più idonei ad una reindustrializzazione efficace, e in sintonia con le vocazioni produttive del territorio.

Articoli correlati