La situazione sulla vertenza Blutec di Termini Imerese preoccupa profondamente i sindacati che hanno partecipato nel pomeriggio ad un vertice al ministero dello Sviluppo Economico per fare il punto della situazione.
“I timori più grandi rimangono sul sito di Termini Imerese, nessun passo avanti per lo stabilimento in provincia di Palermo che ha visto sfumare anche un possibile interesse da parte di Terna per alcune aree su quale potersi insediare nell’ambito del programma Tyrrhenian Link ma che, è stato poi chiarito, non avrebbe coinvolto nessuno dei lavoratori ma soltanto la compravendita di alcune aree”. Lo dicono Ferdinando Uliano segretario Fim Cisl nazionale e Antonio Nobile segretario generale Fim Cisl Palermo Trapani, dopo il vertice che si è tenuto oggi pomeriggio con il Mise in modalità mista sulla vertenza Blutec, alla presenza delle parti sociali, i commissari straordinari, alcune istituzioni locali e i rappresentanti del ministero dello Sviluppo Economico.
“Si percepisce l’abbandono delle istituzioni”
E continuano ponendo l’accento sulla sensazione di abbandono. “La percezione al tavolo è l’abbandono da parte delle istituzioni – sottolineano – a partire da quelle siciliane, ancora una volta assenti. Se si pensa che tutto venga lasciato solo all’attività dei commissari, si sta decidendo il totale fallimento del progetto e il venir meno degli impegni presi nelle sedi istituzionali. Se tutto questo immobilismo istituzionale e politico continuerà a persistere, come organizzazione sindacale metteremo in campo tutte le iniziative di lotta necessarie e chiameremo in campo le forze politiche, a partire da quelle siciliane che ad oggi sembrano impegnate solo alla campagna elettorale in corso”.
“Vicenda Terna poteva avere risvolti positivi”
I due sindacalisti della Fim, aggiungono “è necessario sottolineare però come la vicenda Terna poteva avere risvolti positivi e importanti per la vertenza in quanto, anche a detta dei commissari, le risorse potevano essere usate per accompagnare parte dei lavoratori alla pensione diminuendo il numero dei lavoratori da ricollocare, a nostro avviso elemento chiave per la risoluzione della vertenza”.
Durante il vertice i commissari hanno discusso dell’avanzamento del piano nazionale di cessione dei vari asset di Blutec e della possibilità che le differenti divisioni trovino un acquirente che dia una risposta occupazionale a tutti i lavoratori.
“Ad oggi, una soluzione pare possibile solo per il ramo Chemical e una piccola parte dei lavoratori del ramo Engineering, ma nessuna su Termini. Riteniamo grave il silenzio delle istituzioni e della politica sulla questione Terna che poteva rappresentare un passo avanti sulla vertenza e che come sindacati abbiamo appreso soltanto oggi”. Uliano e Nobile aggiungono “abbiamo ribadito con forza e determinazione la necessità di attivare con le istituzioni un processo concreto di reindustrializzazione dell’area ex Fiat di Termini Imerese, oggi Blutec”.
La Piana “Assurdo che non ci sia volontà politica chiara su vicenda”
Il segretario generale Cisl Palermo Trapani Leonardo La Piana commenta “è assurdo come attorno a tutta la vicenda termitana ormai da più di quindici anni, non ci sia una volontà politica chiara da parte delle istituzioni nazionali di risolvere la vertenza, il Governo deve farsi carico del processo necessario per salvare i 590 lavoratori Blutec e dell’indotto dal licenziamento, processo che deve compiersi entro 1 anno e mezzo”.
“Accordo di programma con risorse su rioccupazione sia riattivato”
Uliano, Nobile e La Piana concludono “L’accordo di programma con le risorse destinate alla rioccupazione dei lavoratori deve essere riattivato dalle istituzioni senza perdere ulteriore tempo. È indispensabile infine, che tutti i soggetti, a partire dalle istituzioni, si attivino responsabilmente e in tempi brevi alla ricerca di una soluzione positiva per i lavoratori Blutec di Termini Imerese e dell’indotto”.
Richiesta convocazione tavolo regionale
Alla fine dell’incontro di oggi, è stato deciso di procedere alla richiesta di convocazione del tavolo regionale e all’attivazione di un gruppo di coordinamento sulla vertenza a livello ministeriale.
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