Monta la protesta dei lavoratori Almaviva. I sindacati annunciano sit-in di protesta di fronte alle prefetture di Palermo (in via Cavour 6) e Catania (via Etnea 55). Dalle 10 alle 14 di giovedì 30 marzo.
Le sigle Slc Cgil – Fistel Cisl – Uilcom Uil – Ugl Tlc chiedono la ripresa immediata del Tavolo Ministeriale. Ed inoltre “e rivendichiamo un intervento tempestivo e risolutivo al Governo nei confronti delle lavoratrici e dei lavoratori Almaviva Contact, affinché nessuno perda il proprio posto di lavoro svolto con professionalità negli ultimi 20 anni”.
La nota delle parti sociali prosegue: “La Vertenza Almaviva Contact rischia di trasformarsi in un vero e proprio massacro sociale, generando una ricaduta devastante nel territorio Siciliano”.
E conclude: “Invitiamo tutte le lavoratrici, i lavoratori ed i cittadini palermitani e catanesi a partecipare attivamente a tutte le azioni di lotta che il Sindacato metterà in campo per la difesa dei posti di lavoro nel nostro territorio”.
Risale ad un paio di settimane fa l’ultimo sit-in di protesta dei dipendenti Almvaviva che manifestarono all’assessorato regionale al Lavoro di via La Malfa. Al centro della vertenza i lavoratori del servizio 1500, attivato durante la pandemia da Covid19. Sono ancora in attesa di una soluzione definitiva per il loro futuro. Il servizio è stato sospeso e i lavoratori della sede di Palermo, all’incirca 200, sono in cassa integrazione, Soprattutto con forti dubbi per il proprio futuro professionale. Ad oggi infatti, il tavolo ministeriale aperto a Roma non ha dato le risposte sperate.
“La protesta delle lavoratrici e dei lavoratori Almaviva non si arresta – si leggeva in una nota di Slc Cgil, Fistel Cisl, Uilcom Uil e Ugl Tlc – . Il malcontento diventa incontenibile. Chiediamo un intervento immediato da parte del Comune di Palermo e degli assessori deputati alle Attività produttive ed economiche ed al Lavoro. Chiediamo che si rendano parte attiva della vertenza di Almaviva Contact che, sul nostro territorio sta mettendo a serio rischio il futuro occupazionale di centinaia di famiglie e la sicurezza delle piazze. La città di Palermo, che già versa in condizioni critiche, non può permettersi altra disoccupazione e precarietà”.