Non c’è alternativa alla spedizione dei rifiuti fuori regione o addirittura al di fuori del Paese e questo smaltimento all’estero non riguaderà solo la frazioone secca ma, nel 2018, anche la frazione umida, almeno fino a quando non saranno realizzati gli impianti di compostaggio. Il governo regionale ne prevede dieci sul territorio siciliano.
Dal Dipartimento dell’Energia e dei Rifiuti hanno pronto il bando europeo per lo smaltimento. Le norme comunitarie obbligano, in questi casi, ad una evidenza pubblica che riguardi tutti gli stati membri. Dunque il bando andrà nella Gazzetta ufficiale comunitaria e lo promuoverà la Regione che, però, non pagherà un euro.
Se la Regione non paga e nanche Palazzo Chigi ha intenzione di attivare risorse di protezione civile per coprire i costi, bisognerà trovare i soldi altrove. Per legge la tariffa di smaltimento è a carico dei Comuni che devono recuperare l’intero costo dalla tassa sui rifiuti. Il bando prevede lo smaltimento di mezzo milione di tonnellate fuori dalla Sicilia. Portarli in discarica costerebbe circa 70 milioni, fuori regione ne serviranno 100. I 30 milioni di differenza graveranno sulle tasse che pagano i siciliani ai loro comuni di residenza.
La prossima settimana, intanto, è attesa la decisione del Consiglio dei ministri sui poteri speciali in materia di rifiuti e in materia di acqua. Solo dopo la Regione pubblicherà il bando europeo e avvierà interventi straordinari a Bellolampo per evitare la chiusura della discarica, la realizzazione degli impianti di compostaggio e tanto altro.
La soluzione definitiva, comunque, appare abbastanza lontana. Dal dipartimento valutano che possa arrivare, senza intoppi, dal 2020
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