Mediterraneo, tema dimenticato ed uscito dall’agenda Europea. E’ uno degli argomenti affrontati a Talk Sicilia Speciale elezioni verso le Europee con il candidato del Pd Giuseppe Lupo che torna ad una competizione elettorale. Un allarme quello lanciato da BlogSicilia, condiviso dal candidato.

Purtroppo è vero, l’Europa deve guardare più a Sud e rivalorizzare il ruolo del Mediterraneo, della Sicilia, della Sardegna. Probabilmente le nostre isole devono guardare un po’ più all’Europa e avere più fiducia nelle sue potenzialità. Arriveranno centinaia di milioni di euro per investimenti produttivi, 200 milioni di miliardi di euro dal Pnrr. Altri 100 miliardi di euro per il nuovo ciclo di programmazione 2028-2034. Fondi che possono cambiare la prospettiva di sviluppo e di crescita della nostra regione.

L’Europa e i suoi divieti

Questo è vero, ma è sbagliato, perché poi non ci accorgiamo che magari la scuola che frequentano è una scuola costruita con fondi comunitari, con fondi europei, così come la biblioteca del Comune, così come tante opere pubbliche realizzate in tanti e tanti comuni della nostra regione. Ieri sera, ad esempio, ero a Carini, dove in questo momento ci sono 19 cantieri aperti per la realizzazione di opere pubbliche al servizio dei cittadini con fondi europei. Parlavo qualche giorno fa con il sindaco di Salemi, con Domenico Venuti, e mi diceva che negli ultimi cinque anni lui ha investito per opere pubbliche nel comune più o meno 30 milioni di euro. È vero che l’Europa deve fare di più, è vero che noi dobbiamo essere più attenti a quello che fa l’Europa per le nostre regioni, è altrettanto vero che i deputati europei devono essere più presenti sul territorio. Se sarò eletto mi propongo di essere anello di congiunzione di raccordo tra i territori e il Parlamento europeo, tra i nostri amministratori locali, i nostri sindaci, le nostre associazioni sindacali, le nostre associazioni di impresa per sviluppare insieme un progetto per la nostra Regione.

Come fare per avvicinare i cittadini all’Europa?

Penso che l’Europa debba aiutare i Comuni a spendere bene. Non si può limitare a trasferire i fondi se poi magari un Comune non ha progettisti, non ha personale, non può fare assunzioni, magari è in predissesto o in dissesto. Dobbiamo pretendere dall’Europa non solo le risorse, ma anche che ci aiuti a spenderle, a spenderle bene. Se tutto questo diventa visibile ai cittadini, evidentemente riconosceranno anche il ruolo dell’Europa.

I fondi comunitari hanno come obiettivo quello di ridurre le diseguaglianze

Tutti i fondi europei hanno questo obiettivo e per questo per noi sono importanti. A partire dalle disuguaglianze di genere: c’è un gap enorme fra uomo e donna anche nel mondo del lavoro. Una donna tra i 25 e i 38 anni deve scegliere ancora se mettere su famiglia e avere un figlio o lavorare. Il 63% delle donne che rientrano in questa fascia, se hanno un figlio, non riescono a trovare un lavoro perché non ci sono gli asili, le scuole per l’infanzia, non c’è il tempo pieno nelle scuole. Tutte cose che si possono fare, ad esempio con fondi comunitari. A parte che l’Europa può anche favorire il rilancio delle imprese, le start up. E poi il divario sociale. Troppi poveri, soprattutto nel mezzogiorno. Troppa gente che purtroppo non riesce a trovare lavoro. E il divario territoriale che tra Nord e Sud è ancora fortissimo. Sto girando molto la Sicilia e oggettivamente la condizione di chi vive nell’entroterra siciliano è molto più penalizzante rispetto a chi vive nelle grandi città e sa andare a scuola. C’è bisogno di ospedali e di accedere ad altri servizi. Lo stesso diritto allo studio è di fatto negato a molti ragazzi che vivono nell’entroterra perché non hanno la scuola superiore in quel comune. La lotta alle diseguaglianze è un obiettivo troppo importante. Anche per questo abbiamo bisogno dei fondi comunitari e dell’Europa.

Come si fa a risolvere il problema dell’insularità senza il ponte?

Noi siamo contro il ponte che propone Salvini perché riteniamo che il progetto non sia adeguato. Crediamo sia un progetto vecchio e che non risponde a esigenze attuali di natura tecnica. Peraltro il ponte ha un senso se c’è un progetto di sviluppo della Sicilia che lo renda utile. In questo momento il governo nazionale parla del ponte e basta, cioè non parla di tutto quello che servirebbe in termini di infrastrutture per creare un progetto di sviluppo e di crescita della Sicilia, sia in termini di nuove attività di impresa che di nuova occupazione. Faccio un esempio: il ponte ha un senso se c’è la ferrovia ad alta velocità che a quel punto colleghi la Sicilia molto rapidamente con il resto d’Italia. Questo può riguardare il traffico merci, può riguardare il traffico passeggeri per il turismo. Ma se non c’è neanche un’idea di un progetto per l’alta velocità ferroviaria il ponte rimane non dico un deserto, ma un’opera che non svolge appieno questa funzione neanche nel collegamento della Sicilia con il resto del Paese.

Allora come abbattere questo gap insulare?

Ci vuole un progetto, un modello di sviluppo che valorizzi molto anche le aree portuali e retroportuali. Dalla nostra Sicilia bisogna avere un progetto per intercettare, ad esempio, il traffico merci che transita da Suez e che può approdare molto più rapidamente ad Augusta, dove i semilavorati poi possono essere lavorati nell’area retroportuale. C’è un’area a fiscalità di vantaggio con burocrazia ridotta per consentire la lavorazione di questa merce, che poi può essere trasportata molto rapidamente verso altri Paesi europei. Ma di tutto questo non c’è l’idea, le ultime idee progettuali in materia risalgono a Romano Prodi. Questo governo ha abolito la decontribuzione a partire dall’1 luglio. La decontribuzione che abbiamo introdotto noi è stata abolita perché il governo Meloni non ha fatto nulla per tentare di prorogare la misura negoziale.

Parliamo anche di pace guardando all’area del Mediterraneo

Abbiamo bisogno di un’Europa autorevole, un’Europa che sappia essere interlocutore delle grandi potenze mondiali. Un’Europa in grado di interloquire alla pari con gli Stati Uniti, con la Cina, con tutte le grandi potenze mondiali. Deve essere in grado di sviluppare iniziative di politica estera comunitaria attraverso azioni diplomatiche forti.

Serve una politica estera comune più che comunitaria

Ci vuole una politica estera comune, una difesa comune dell’Europa. Ricordo che l’Europa nasce nel 1951 proprio per dire basta alla guerra dopo la seconda guerra mondiale. I Paesi membri mettono insieme la produzione di carbone e acciaio appunto perché mai più scoppiasse la guerra. Ma l’Europa deve essere molto di più, deve essere l’Europa per i diritti, l’Europa per la sanità. Io sogno un’Europa in cui tutti i cittadini europei, a prescindere dal luogo in cui nascono, possano avere garantiti diritti come la sanità, il lavoro, l’istruzione, la formazione. Così purtroppo non è. A seconda di dove si nasce si hanno più o meno opportunità.

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