Da uomo di Crocetta ai tempi di quel governo della regione, a bandiera pentastellata della lotta alla mafia in virtù del fallito attentato maturato proprio ai tempi di Crocetta. Giuseppe Antoci è capolista del Movimento 5 stelle nella circoscrizione isole. E lui spiega a Talk Sicilia la sua scelta, per certi versi inaspettata, per altri no
Perché ha accettato questa candidatura che le ha offerto Giuseppe Conte?
Il presidente Conte mi ha fatto capire che a volte il no, la rinuncia, seppur motivata, non è innocua. Occorreva e occorre scegliere se dare di nuovo un contributo alle istituzioni. E a questo punto, dopo questi anni, anche di vittorie e di risultati importanti, occorreva farlo nel momento giusto e con le persone giuste. Ho capito che il momento giusto erano queste elezioni europee. Il presidente Conte ha già dimostrato su alcuni temi, come quello della lotta alle mafie, di saper tenere la barra dritta. Ricordiamoci che alla Camera è stato candidato l’ex procuratore nazionale Federico Cafiero De Raho, al Senato l’ex procuratore generale di Palermo Roberto Scarpinato. Mi sento ben accompagnato su tanti temi, non solo quello della lotta alle mafie ma anche su quello della difesa degli ultimi e su quello della pace. Questi sono i temi fondanti di un’esperienza che mi sta travolgendo. Trovo una Sicilia e una Sardegna che mi hanno travolto d’affetto e che mi stanno facendo capire ogni giorno che è stata la scelta giusta.
La mafia dei pascoli, un sistema da scardinare
Lei è stato direttore del Parco dei Nebrodi. Nei giorni scorsi c’è stata un’alta operazione contro la mafia dei pascoli in Sicilia, questa volta a Palermo e Agrigento
Abbiamo creato un protocollo di legalità poi firmato da tutti i prefetti della Sicilia e diventato legge dello Stato dopo il voto in Parlamento. La Commissione europea, a firma del commissario Hogan, ha scritto agli Stati membri invitandoli a seguire il protocollo Antoci. È chiaro che c’è già un’apertura dell’Europa sull’applicazione del nostro lavoro e noi tenteremo insieme agli altri temi di portarlo avanti e di dare continuità a una vicenda che non è né dei Nebrodi, né della Sicilia, né dell’Italia, ma è una vicenda europea. L’applicazione della norma la stiamo vedendo in queste settimane, io vorrei che anche in Italia si desse valore ad una parola del presidente della Repubblica Mattarella, pronunciata ben 23 volte nel suo discorso del secondo insediamento: dignità. Noi vogliamo portare quella dignità che abbiamo ridato ad alcuni territori liberando pezzi di paese. Il nostro impegno serve proprio a ridare valore a quella parola che a Mattarella piace molto.
Il Mediterraneo argomento uscito dall’agenda Ue
Collegherei il tema con la scelta del presidente Conte di chiudere la campagna elettorale nazionale proprio qui a Palermo, nella piazza del Teatro Massimo. Un po’ perché è il posto più lontano da Bruxelles, ma anche per dare valore a un’Europa che può affacciarsi in un contesto, a un’opportunità che non è stata mai veramente sfruttata fino in fondo. È un’occasione che noi non possiamo perdere e sul piano europeo bisogna lavorare affinché non venga persa.
C’è una sorta di allarme astensionismo per quanto riguarda il Sud Italia, che sappiamo essere roccaforte del Movimento 5 Stelle. Siete un po’ preoccupati ?
Il tema dell’astensionismo c’è ed è anche una vicenda un po’ paradossale, ascolto molti che non vogliono votare perché si dicono arrabbiati. Dovrebbe essere l’inverso, perché se tu sei arrabbiato di come vanno le cose devi andare ad esercitare il tuo diritto, è l’arma maggiore, la più importante che si può avere. Noi non vogliamo truffare gli elettori, vogliamo presentare le persone che poi andranno là e dare valore a quella preferenza, perché il tema della preferenza è importantissimo. Il Movimento ha nel Sud un bacino importante rispetto agli altri partiti, ma la scelta di venire a chiudere qui la campagna elettorale non è una scelta di preoccupazione o di numeri, è un segnale forte e va dato in maniera chiara per dimostrare che noi siamo diversi dagli altri.
Perchè 5 stelle
In questi anni ho collaborato molto con la deputazione nazionale del Movimento 5 Stelle, abbiamo combattuto per evitare i piccoli aumenti alle norme antimafia, quindi è un mondo che conosco. Sono il presidente onorario della Fondazione Caponnetto e come sapete ho affiancato alla presidenza la moglie del giudice Caponnetto, che abbiamo perso due anni fa. Non avrei mai sovraesposto la Fondazione a un mio impegno se non in maniera ufficiale come ho fatto adesso e quindi c’ero dentro e adesso ci sono dentro in maniera ufficiale. La fiducia del presidente Conte mi riempie di responsabilità e questa responsabilità va ripagata con impegno e portando avanti alcuni temi importanti, fra i quali quello della pace. Conte dice “siate costruttori di pace” e noi vogliamo essere coloro che vogliono far capire che le diplomazie si debbono mettere d’accordo per far finire queste guerre ignobili. Quello che sta accadendo nella Striscia di Gaza è una cosa vergognosa. Siamo d’accordo sul fatto che l’Ucraina andasse difesa, siamo d’accordo sul fatto che Israele ha subito una vicenda ignobile alla quale andava data risposta. Ma c’è un limite a tutto e non si può permettere di compiere azioni di questo genere che rimarranno nella storia come una delle vicende più vergognose del mondo.
Per chiudere, come ha vissuto questi ultimi giorni di campagna elettorale?
L’ho vissuta con un affetto travolgente. Io ho un regime di sicurezza elevatissimo, una casa presidiata dall’esercito e ho tre figlie che vivono insieme a mia moglie. La mia è una vita complicata. Il 10 giugno spero di alzarmi, di svegliarmi e far arrivare un messaggio a coloro che hanno costretto una famiglia a vivere questa vita blindata. Un messaggio chiaro: Giuseppe Antoci non è scortato solo da sei valorosi uomini della Polizia di Stato, ma dal 10 giugno sarà scortato dai sardi e dai siciliani.
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