Una terribile storia di degrado e di abusi, patiti da una giovane che adesso ha 25 anni ma allora era una bambina, e che mai potrà dimenticare. La ragazza, tolta ai genitori separatisi, poverissimi, viveva con la nonna materna.
Proprio colei che avrebbe dovuto allevarla e tutelarla, la vendeva, per soldi, a dei mostri, uomini anziani senza scrupoli.
Ieri si è conclusa la vicenda giudiziaria che riguarda la nonna della ragazzina. Per lei la pubblica accusa aveva chiesto otto anni di reclusione, ma le è stata inflitta una pena superiore anche rispetto a quelle inflitte ai violentatori.
L’incubo di questa sfortunata giovane si consuma nel 2002 tra Carini e Partinico: i sei violentatori erano già stati condannati e hanno scontato la pena, ma rimaneva la nonna materna, che era accusata di sfruttamento e favoreggiamento della prostituzione minorile. La decisione del collegio presieduto da Bruno Fasciana, a latere Annalisa Tesoriere e Marcella Ferrara ha accolto in pieno la ricostruzione della Procura: a consentire tutto quello che avvenne alla bambina sarebbe stata, per soldi, proprio la nonna.
Le terribili esperienze vissute dalla ragazzina, che oggi ha due figli, sono state ricostruite. E’ cresciuta giocando per strada, senza alcuna vigilanza da parte della nonna, che permetteva che uscisse anche di sera tardi o di notte per raggiungere gli uomini che poi abusavano di lei in macchina o in abitazioni di campagna.
Tra il 2003 e il 2006, per la vicenda ci furono otto arresti e a una serie di successive condanne: i fratelli Vito e Antonino Taormina, entrambi carinesi ed entrambi molto anziani, hanno scontato rispettivamente 8 anni e 8 mesi e 7 anni e 8 mesi; in un altro giudizio furono condannati pure altri quattro imputati, a pene comprese tra sei anni e quattro mesi e otto anni.
Gli abusi furono scoperti dalle assistenti sociali che seguivano la ragazzina che teneva anche un diario. E che ha sempre accusato la nonna. Poi per fortuna, la giovane finì in una casa famiglia dove per lei si aprì uno spiraglio di futuro.
Ci volle molte tempo per ricostruire l’incubo della piccola: aveva grosse difficoltà relazionali e mostrava grande diffidenza. Poi sono seguiti anni difficili segnati anche dalla vicenda giudiziaria che si è conclusa adesso con l’affermazione di responsabilità anche della nonna.