Ormai dovrebbe mancare davvero poco, anche se il condizionale è d’obbligo visti i precedenti ritardi: il Velodromo di Palermo dovrebbe essere vicino alla riapertura per gli eventi sportivi. Lo ha annunciato il sindaco Roberto Lagalla durante la presentazione della Casano Matec Elenka, nuovo team ciclistico siciliano. Ma sono proprio le speranze del mondo agonistico delle due ruote a restare al momento lettera morta. L’anello dell’impianto di via Lanza di Scalea sarebbe si ristrutturato, ma non risponderebbe più alle regole federali in materia di professionismo. In pratica, i tempi sono cambiati e l’attuale assetto della pista di ciclismo su pista non rispetterebbe i requisiti per svolgere le gare. Quale futuro quindi per l’impianto? Al di là della futura interlocuzione fra Comune e Federciclismo, annunciata dallo stesso primo cittadino, gli sport prescelti dovrebbero essere calcio, rugby e softball. Ma anche su quest’ultimi ci sono alcuni dubbi in termini di regole federali.
Il paradosso del Velodromo di Palermo rischia quindi di rimanere in essere anche dopo una riapertura attesa da dieci anni. Eppure, nell’Isola, la richiesta di un simile impianto è decisamente elevata. “La disponibilità del Velodromo è basilare. E’ giusto ripristinare questo impianto“, ha dichiarato ai nostri microfoni Giuseppe Di Fresco, direttore sportivo della neonata compagine ciclistica siciliana. Necessità che dipende dalla possibilità, fornita solo dalla pista, di lavorare sull’assetto aerodinamico in bici, effettuando miglioramenti sotto il profilo tecnico e posturale. Elemento che gioca un ruolo chiave soprattutto nelle prove a cronometro. Al momento, in tutta l’Isola, c’è solo un impianto che ha queste caratteristiche, ovvero quello di Noto. Luogo nel quale si è venuta ad allenare perfino la plurimedagliata nazionale femminile di ciclismo. Tutto ciò mentre Palermo restava a bocca asciutta.
E, a proposito di allenamenti, ha detto la sua anche Francesco Moser, monumento del ciclismo italiano. Un’analisi che parte dallo stato, tutt’altro che roseo, delle strade palermitane e siciliane. “Le strade dove corrrere ci sono, ma sono tenute male. Sono venuto in Sicilia a vedere la situazione per le ultime edizioni del Giro d’Italia. In generale, ci sono parecchie buche”. E proprio una di queste causò la caduta, in via Roma, di Miguel Angel Lopez, allora corridore dell’Astana durante la cronometro d’apertura nell’edizione della corsa rosa del 2020.
A proposito dell’impianto di via Lanza di Scalea, l’ex maglia rosa nonchè plurivincitore della storica classica Parigi-Roubaix auspica un cambiamento. “So che c’è il Velodromo a Palermo che è ancora inattivo. C’è quello di Noto, dove sono stato tre anni fà. Per la pista ci vorrebbero degli impianti coperti. In Italia ne abbiamo soltanto una, ovvero quella di Montichiari. Speriamo ne venga fatta qualcun’altra. In stati con meno passione e propensione per il ciclismo del nostro, ci sono molti più impianti”.
Una carenza di impianti che interessa in particolare il capoluogo siciliano, con diversi compagini tricolori costrette a recarsi a Catania per giocare gare ufficiali (leggasi la nazionale maschile di Calcio a 5, la nazionale femminile di pallavolo, ecc.). Quello del Velodromo è però uno dei casi limite. Un impianto che potrebbe essere un attrattore economico e sportivo ma che fino ad oggi è stato una cattedrale nel deserto.
Fatto su cui Roberto Lagalla, sindaco di Palermo, auspica ben altro futuro. “Stiamo per restituire il Velodromo alla città di Palermo. La ristrutturazione è stata fatta. Le federazioni hanno criteri abbastanza diversi rispetto a quelli su cui fu costruito l’impianto illo tempore. Ciò ai fini dell’accreditamento agonistico delle varie struttura. Dovremmo valutare con la Federciclismo su che tipo di manifestazioni utilizzare il Velodromo e su quali tipi di categorie. Noi auspichiamo che possa riaprire su alcuni sport, fra cui il ciclismo, il calcio amatoriale, il rugby e il softball”.
Ma anche sugli sport sopracitati ci sono dei dubbi di fattibilità. Detto del ciclismo su pista, con riguardo al calcio le attività si potrebbero limitare soltanto agli eventi amatoriali, visto che il campo non avrebbe i requisiti per l’omologazione agonistica da parte della FIGC. Dubbi sorgono anche sul softball, sport che necessiterebbe di un Diamante vero e proprio. Da capire se le misure del campo di via Lanza di Scalea rispettano i requisiti necessari.
Una riapertura che interromperebbe un digiuno lungo quasi dieci anni. Era infatti il lontano 2013 quando l’impianto di via Lanza di Scalea ospitò l’ultimo evento di ciclismo regionale di rilievo. Poi, il nulla più totale. Un impianto che, nei progetti della vecchia Amministrazione comunale, ha sempre avuto una natura polivalente. L’impianto è stato punto di riferimento anche del football americano, tanto da ospitare, nel 2010, l’XI Ninebowl, poi vinto dai Crusaders Cagliari.
Proprio in questo senso, negli scorsi mesi si è generato un dibattito legato alla destinazione d’uso del campo. L’ex assessore Paolo Petralia Camassa, con un atto d’indirizzo firmato il 7 dicembre 2021, aveva cercato di rilanciare il futuro dell’impianto, prevedendo al suo interno lo svolgimento di cinque sport. Un progetto rivelatosi irrealizzabile per motivi tecnici. Per l’omologazione del campo da parte delle rispettive federazioni, infatti, era necessario soddisfare delle specifiche regolamentari, fra cui le linee del campo, evidentemente incompatibili fra gli sport di cui sopra.
Una struttura su cui viene annunciata l’imminente riapertura già da alcuni mesi. La stessa però non si è ancora concretizzati, se non per evento extrasportivi, come ad esempio il concerto di Antonello Venditti e Francesco De Gregori. L’ultimo sopralluogo nell’impianto di via Lanza di Scalea risale al 15 febbraio scorso. A condurlo la commissione Bilancio del Comune di Palermo. Occasione nella quale venne fuori l’ennesimo di una lunga serie di inconvenienti, ovvero la necessità di intervenire sul sistema elettrico. Adesso però sembra essere la volta buona. Al momento sono annunciati solo eventi musicali ma, nel prossimo futuro, il Velodromo dovrebbe tornare ad ospitare la sua naturale propensione: lo sport. O almeno lo si spera.