Il giudice della quinta sezione civile Daniela Galazzi ha respinto il ricorso presentato dal Comune di Carini contro l’azienda che aveva realizzato la costruzione della vasca di raccolta e sollevamento in contrada Predicatore per la raccolta dei liquami. Dopo alcune fuoriuscite dalla struttura che hanno provocato l’inquinamento nella costa l’amministrazione ha citato in giudizio la Viman srl in qualità di capogruppo della Ati costituita dalla predetta Viman e da Savatteri Costruzioni per ottenere il risarcimento dei danni conseguenti ad una non corretta esecuzione dei lavori di costruzione della vasca e della condotta idrica del comune di Carini, appaltati, ad aprile 2005. Lavori non eseguiti a regola d’arte secondo l’amministrazione visto che già ne 2009 si erano verificatele prime perdite.

Ribaudo Giuseppe avvocato
Il Comune di Carini aveva evidenziato di avere proposto ricorso nel 2018, e si era arrivati alla conferma durante un procedimento che le fuoriuscite di liquami erano da ricondursi alla rottura in diversi punti della condotta di raccolta che era si trovava in uno scavo con il letto di posa e il ricoprimento della tubazione realizzati in difformità a quanto previsto in progetto. Ha quindi chiesto al Tribunale “ritenuti i gravi difetti nella realizzazione delle opere di costruzione della vasca di raccolta e sollevamento di risarcire il danno patrimoniale subito, quantificato in 860 mila euro, oltre tutti i danni consequenziali subiti, che verranno quantificati in corso di causa, maggiorati di interessi e rivalutazione nonché al risarcimento in favore dell’amministrazione comunale per il danno all’immagine subito, che dovrà essere liquidato in via equitativa”.
La società difesa dall’avvocato Giuseppe Ribaudo, ha contestato la ricostruzione dell’amministrazione sostenendo che le rotture erano da ricondurre alle riparazioni effettuate sui quadri elettrici di comando e controllo delle elettropompe e sul gruppo elettrogeno danneggiati in seguito ad episodi di vandalismo che si sono verificati a Carini. Il giudice ha accolto le tesi delle imprese in quanto il Comune avrebbe dovuto agire entro l’anno dalla scoperta dei vizi nella esecuzione dell’appalto, il diritto del committente si prescrive in un anno dalla denuncia.
Infatti, nel caso di specie era pacifico che fin dal 2013 il Comune di Carini era a conoscenza e consapevole della non corretta esecuzione delle opere appaltate in particolar modo della circostanza che la tubatura fosse adagiata in uno scavo, senza che fosse stato prima realizzato, il letto di posa adeguato come previsto nel contratto di appalto, tanto da ricollegare a questa circostanza la richiesta di diversi interventi da parte delle imprese, quindi il Comune era fin dal 2013 e poi successivamente al 2017 già a conoscenza dei vizi e quindi sarebbe decaduto dall’azione di risarcimento danni.
Pertanto, l’azione di risarcimento danni per 860.000 euro è stata rigettata ed il comune è stato condannato alle spese di giudizio pari a 7.000 da corrispondere alle imprese appaltatrici
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