E’ il primo caso di variante indiana riscontrata a Palermo. È stata trovata su un marittimo dell’India arrivato nel capoluogo con la m nave Msc Crociere.
L’uomo è asintomatico e sta bene. All’arrivo a Palermo l’uomo è stato ricoverato al Covid Hotel San Paolo.
Nelle navi da crociera della Msc è molto difficile che possano creare focolai. I lavoratori, i marittimi e i passeggeri sono dotati di un sistema elettronico di monitoraggio.
sanitari a bordo che riescono a fare tantissimi tamponi sanno in tempo reale con chi è venuto a contatto per oltre cinque minuti il marittimo. Un tracciamento continuo che consente di accertare i contatti tra il positivo e quanti si trovano sulla nave.
Nella grande nave è tutto sotto controllo tanto che l’imbarcazione lascerà il porto alle 17 verso Genova.
“Per tutti i membri dell’equipaggio – fanno sapere dalla Msc – vengono eseguiti tre tamponi e periodo di quarantena di 14 giorni prima di prendere servizio (test iniziale nel paese di origine prima della partenza; un secondo test all’arrivo al terminal, prima di salire a bordo; un terzo test al termine del periodo di isolamento di 14 giorni trascorso a bordo in un’area separata della nave); poi un tampone alla settimana durante il periodo di bordo; obbligo di mascherina a bordo e divieto di scendere a terra durante le soste nei porti.
Sono tali misure, estremamente rigorose ed efficaci, ad aver consentito di individuare tempestivamente la positività del membro dell’equipaggio prima che prendesse servizio. Anche il marittimo in questione, infatti, è stato sottoposto finora tre test, uno prima di partire prima dalla sua nazione di origine (negativo), un secondo prima di salire a bordo per la quarantena di 14 gg. (negativo) e un terzo alla fine della quarantena che si è rivelato invece positivo e quindi, come da protocollo, il marittimo è stato trasferito in una struttura di terra”.
Attualmente sono 26 invece i casi di mutazione brasiliana del virus accertati.
E sempre più casi di variante indiana vengono scoperti in Italia; gli ultimi due casi, in ordine di tempo, ieri in Puglia. Il responsabile di Microbiologia e Diagnostica di Immunologia all’ospedale pediatrico Bambino Gesù, Carlo Federico Perno, non vuol parlare di allarme variante indiana in Italia.
“Al momento, questa mutazione non deve preoccuparci ne più ne meno del virus in sè”.
“Non abbiamo evidenze che sia più infettiva, più contagiosa o più letale”, ricordando che in India “l’aumento dei casi non è effetto della variante. L’impennata ha fatto crescere il numero di tamponi ed è emersa anche questa variante. Ma quanto sia collegata a un maggior rischio di infezione o di malattia è tutto da stabilire”.