“L’atto vandalico compiuto sulla targa commemorativa apposta dal Sap al Giardino della Memoria ci lascia sgomenti. È stata la deprecabile profanazione di un ricordo, in nome di un qualcosa che nulla ha a che vedere con la ricerca della “verità”. Qualora ci fosse stato un errore nella misurazione dello spazio, è inconfutabile che non vi sia errore nella misurazione del tempo, che ogni anno passa e che non vogliamo porti via con se il ricordo di quei martiri morti in nome della giustizia.

Le parole del Sap

È questo ciò che il Sap fa dal 1993, anno successivo alle stragi, continuando a proporre il Memorial Day per far si che non si dimentichino mai le donne e gli uomini che hanno dato la loro vita per un’idea di giustizia, per rendere migliore il mondo in cui viviamo. Il vile gesto, per il quale il Sap si riserva di costituirsi anche parte civile, si discosta profondamente da ciò che sono gli ideali di giustizia che hanno rappresentato gli uomini e le donne morti per mano mafiosa, anzi, al contrario, incarna un sentimento di “giustizia personale” lontano dagli ideali di legalità che questi eroi ci hanno lasciato”. Lo dice la segreteria del Sap.

“È sconcertante, ad un giorno dal 32^ anniversario della strage di via D’Amelio, dover inorridire per un gesto simile, piuttosto che potersi dedicare al ricordo di quegli agenti della scorta: Agostino Catalano, Walter Eddie Cosina, Claudio Traina, Emanuela Loi e Vincenzo Li Muli che hanno sacrificato la loro esistenza per il giudice Paolo Borsellino, l’uomo che nel massimo rispetto della legalità ha continuato a fare il suo dovere per far giustizia sulla morte dell’amico Giovanni Falcone – aggiunge la segreteria del Sap – È questo quello che bisogna insegnare alle nuove generazioni, per far si che si possano accorciare le “distanze”, quelle vere, tra la società civile e le istituzioni”.

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