L’annuncio dell’Asp di Palermo risale a questa mattina. A Palermo e provincia prende il via la campagna di vaccinazione anti-Covid anche da parte dei medici di base e di continuità assistenziale. Ma non mancano le polemiche da parte delle associazioni dei medici, che lamentano difficoltà organizzative e ritardi.
Sono 559 i Medici di medicina generale e di Continuità assistenziale di Palermo e provincia che hanno aderito alla campagna di vaccinazioni anticovid. L’attività, che prende il via oggi, prevede l’impegno negli studi professionali o al domicilio degli assistiti oppure nei Centri dell’Asp di città e provincia. “Ringrazio per la sensibilità e la partecipazione i Medici di medicina generale e di Continuità assistenziale – ha detto il Direttore generale dell’Asp di Palermo, Daniela Faraone – il loro contributo sarà, sicuramente, determinante nella tutela della salute pubblica e, con essa, di ogni cittadino”.
Come detto, però, le lamentele dei medici sono parecchie, legate soprattutto alla scarsa comunicazione con l’Asp e ai ritardi nell’organizzazione. “A distanza di un mese dall’accordo Fimmg-Regione siciliana per somministrare i vaccini anti Covid, salvo qualche distinguo, nelle varie Asp siciliane l’operatività dell’intesa in tutte le sue articolazioni continua a non decollare per le difficoltà organizzative dell’ASP”. Così il segretario regionale dei medici di famiglia Luigi Galvano dopo il vertice del consiglio regionale della Fimmg (Federazione italiana medici di medicina generale) che si è svolto ieri per fare il punto sullo stato dell’arte dell’accordo in tutto il territorio regionale.
“Difficoltà difficili da spiegare, considerato che i medici di famiglia, da sempre vicini ai bisogni dei propri assistiti, intrattengono con loro un rapporto di fiducia anche trentennale. Dopo le varie ordinanze del presidente Musumeci, dal 12 dicembre hanno dato prova sempre di efficienza, dal tracciamento dei casi positivi e i contatti stretti – chiarisce Galvano – ai provvedimenti di quarantena”. “E soprattutto – aggiunge – nei provvedimenti per liberare i pazienti guariti, costretti e isolati a casa anche per diverse settimane aspettando l’istituzione pubblica competente per affrancarsi dalla quarantena rispettata. Situazioni che comportano ore e ore di lavoro giornaliero anche se non previste nell’accordo”.
I medici di base durante la pandemia hanno avuto un ruolo chiave. Si sono occupati anche d’inviare informazioni e dati dei pazienti positivi alle Asp. Presenti sempre e in modo capillare sul territorio, ma penalizzati. L’importante è – sottolinea Galvano – che la collettività sappia che la maggior parte dei medici di famiglia hanno aderito comunque alla campagna vaccinale pur di assistere i pazienti per una vaccinazione personalizzata e competente, frutto di un’esperienza ventennale. Ed è per questo che hanno accettato un compenso inferiore del 50-30 per cento in meno rispetto alle altre categorie di vaccinatori. La medicina generale darà un nuovo impulso alla vaccinazione, soprattutto quando arriveranno molte dosi e si dovranno vaccinare le fasce di età più numerose.