Terzo giorno di vaccinazioni ed è già polemica rovente in Sicilia come nel resto del Paese. Medici, infermieri, operatori socio-sanitari, ma anche medici delle residenze per anziani, quindi gli over 80enni e i fragili. Sono queste le categorie che per prime vengono vaccinate contro il Covid. Resta, però, un esercito di esclusi dalla ‘priority list’ fatto di odontoiatri, farmacisti e medici specialisti privati che non saranno vaccinati insieme ai loro colleghi. Una lista di categorie prioritarie che potrebbe essere modificata, almeno questo è quello che chiedono l’Ordine dei Medici e quello dei farmacisti. E a queste voci si unisce anche il sottosegretario al ministero della Salute Pierpaolo Sileri.
Sono quasi 90.000, secondo gli ultimi dati dell’Istituto Superiore di Sanità, gli operatori sanitari contagiati da inizio pandemia.
A fronte di chi chiede di essere inserito nella lista prioritaria per vaccinarsi e difendersi dal virus, c’è, poi, un esercito di dubbiosi. I no vax non sono stati ancora quantificatis tatisticamente se non su base ‘indicativa’ e poco scientifica. Secondo le stime fatte dagli esperti si parlerebbe di circa il 12% della popolazione. Una quota ‘tollerabile’ per raggiungere l’immunità di gregge che si ottiene con la vaccinazione dell’80% dei soggetti dai 16 anni in poi.
Se, però, il rifiuto del vaccino dovesse manifestarsi per una quota di italiani superiore al 20% degli adulti (intesi sempre dai 16 anni in su) allora si presenterebbe un problema importante. Una valutazione che il governo ha deciso di rinviare, però, alla primavera inoltrata.
Il piano vaccinale, infatti, in questa fase riguarderà solo i soggetti a rischio per professione e gli ultra ottantenne. Per giungere alle persone fra i 60 e gli 80 anni bisognerà attendere la primavera. Indicativamente ad aprile sic omincerà ad avere un quadro complessivo più chiaro e una copertura vaccinale che alla fine di quel mese dovrebbe arrivare eintorno ai 13 milioni di persone.
La quota immunità di gregge è calcolata intorno ai 35 milioni di vaccinati, 3,2 milioni per la Sicilia, uno quota che, in base ai piani, si raggiungerebbe a settembre. La strada è lunga e irta di difficoltà. Questo piano, infatti, tiene conto della disponibilità anche del secondo vaccino, quello di Moderna, e del rispetto di tutte le quote di produzione e consegna.
L’italia, poi, conta sull’arrivo del terzo vaccino, quello di Astra Zeneca sul quale il nostro Paese ha investito di più di altri (la Germania è stato il primo contributore netto della ricerca di Bionthec Pfizer ed ha avuto ragione fino ad oggi). Basta un qualsiasi intoppo lungo questo percorso e i tempi potrebbero allungarsi fino, nella peggiore delle ipotesi, a due anni.
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