- Da giovedì 3 giugno parte la campagna per la vaccinazione dai 12 anni in su
- Giugno il mese della spallata al covid19
- Ma restano restrizioni e limitazioni
Parte da domani, giovedì 3 giugno, la vaccinazione di massa senza più classi d’età e con le somministrazioni nelle aziende, nelle fabbriche e nelle farmacie, le iniezioni ai maturandi (già iniziate in Sicilia), e con l’arrivo di altri 3,5 milioni di dosi Pfizer che rappresentano il carico più consistente da dicembre e che sono solo la prima parte degli oltre 20 milioni previsti nei prossimi trenta giorni, inizia il mese della spallata, si spera definitiva, al virus.
Un mese decisivo
Il numero delle vittime resta sotto quota cento in 24 ore per il quarto giorno consecutivo, il tasso di positività più basso di sempre all’1,1%, i ricoveri in terapia intensiva che scendono per la prima volta da mesi sotto i mille a livello nazionale. Situazione in miglioramento, anche se più lento, anche in Sicilia con 56 ricoverati in terapia intensiva e 12 vittime nell’ultimo bollettino e tasso di incidenza, però, ancora al 2%.
Si sbilancia il commissario Figliuolo
“A giugno – si sbilancia il commissario per l’emergenza Francesco Figliuolo – daremo la spallata” al Covid. Il mese si apre però con l’ennesima polemica.
Polemiche sulle regole per la ristorazione
Nel giorno in cui riaprono in tutta Italia i ristoranti al chiuso a pranzo e a cena, il ministero della Salute precisa che sia in zona gialla sia in zona bianca resta il limite di massimo 4 persone al tavolo, salvo che gli occupanti siano tutti conviventi. Dunque niente tavolate tra amici, come invece avevano lasciato intendere le regioni nei giorni scorsi. “E’ inaccettabile – attacca la Fipe-Confcommercio – che non ci sia ancora una linea chiara sul numero dei commensali permessi ad ogni tavolo. Da giorni si susseguono interpretazioni, mai smentite, salvo ricevere ora un’interpretazione del ministero della Salute giuridicamente incomprensibile”. Anche per la Coldiretti la misura rappresenta un “ulteriore danno” per un settore che ha già perso 41 miliardi nell’anno della pandemia. Una questione che le Regioni solleveranno nel prossimo incontro con il governo, quando torneranno alla carica anche con le vaccinazioni per i turisti nonostante l’esecutivo abbia più volte ribadito – sia con lo stesso Figliuolo sia con il ministro per gli Affari regionali Mariastella Gelmini – che quest’ultima è un’ipotesi che non esiste. Si prosegue dunque con il cronoprogramma annunciato dal commissario nei giorni scorsi e ribadito anche adesso: dal 3 via alla campagna di massa dai 12 anni in su, con l’apertura di altri 800 punti vaccinali che porteranno il totale a quasi 3.500 in tutta Italia. Saranno i pediatri il canale privilegiato per le iniezioni ai 12-15enni.
Da settembre si cambia
Da settembre, poi, parte la nuova strategia nel caso in cui si renda necessaria una terza dose di vaccino: chiusura progressiva dei grandi hub e somministrazioni prevalentemente affidata a medici di base e pediatri. Che si sia sulla strada giusta lo ripete anche il ministro della Salute Roberto Speranza, parlando di una “fase diversa” dopo “mesi difficili”. Bisogna ancora “stare attenti e prendere tante precauzioni, ma possiamo dare un messaggio di ragionata fiducia” agli italiani che non può però prescindere dall’unità di tutte le istituzioni e le forze sociali ed economiche del paese. Per questo il ministro promette mai più tagli al sistema sanitario, aprendo una stagione di grandi investimenti anche grazie ai fondi del recovery, e chiede un “grande Patto per il Paese” per gestire l’ultima fase della pandemia. “Nessuno ce la fa da solo, non il governo, non il ministro, non le regioni, non il commissario. Si apre la possibilità di trasformare una crisi in una grande opportunità di ripartenza e dobbiamo farlo tutti insieme”. Un Patto che il presidente di Confindustria Carlo Bonomi raccoglie: “abbiamo una grande occasione per fare le riforme che il paese attenda da 25 anni. prima c’era la scusa delle risorse, ora quell’alibi non c’è più”.
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