Nuovo boss lascia il carcere per un permesso premio e divampano di nuovo le polemiche. Diventa un caso il nuovo permesso premio a Raffaele Galatolo, 74 anni, killer dell’Acquasanta e fedelissimo di Totò Riina, che sta trascorrendo le vacanze di Natale e di Capodanno a Palermo, nel quartiere dove un tempo dettava legge.
Per la Procura di Palermo, Galatolo è e resta un pericoloso mafioso che deve rimanere all’ergastolo, per il tribunale di sorveglianza di Napoli è invece un detenuto modello, tanto da meritare un permesso premio, che durerà fino al 4 gennaio. Galatolo, uno dei responsabili della famigerata “camera della morte” in vicolo Pipitone, dove erano soliti uccidere i nemici del capo dei capo, era già tornato a Palermo lo scorso autunno.
Le vacanze del boss Galatolo a Palermo
È arrivato il 24 dicembre e resterà fino al 3 gennaio. Per la procura di Palermo, Raffaele Galatolo resta un pericoloso mafioso che deve restare all’ergastolo; per il tribunale di sorveglianza di Napoli è invece un detenuto modello, al punto di meritare un nuovo permesso premio.
Così, il 74enne killer dell’Acquasanta sta trascorrendo le vacanze di Natale e di Capodanno a Palermo, nel quartiere dove un tempo seminava il terrore. È arrivato il 24 dicembre, si tratterrà in Sicilia fino al 4 gennaio.
Già ad ottobre, Raffaele Galatolo era tornato in Sicilia. Uno dei fratelli terribili dell’Acquasanta, il mafioso che strangolava i nemici di Totò Riina nel vicolo Pipitone, è riuscito a convincere i giudici del tribunale di Napoli che ha chiuso col suo passato di traffici di droga e omicidi. Così, da qualche tempo esce dal carcere di Secondigliano non solo per andare a lavorare, ma sempre più spesso torna a Palermo, in permesso premio. Torna col carico dei suoi segreti che non ha mai svelato: la palazzina in fondo a vicolo Pipitone, un budello fra il porticciolo dell’Acquasanta e i Cantieri navali, non era soltanto la camera della morte gestita dai fratelli Vincenzo, Raffaele e Giuseppe Galatolo, era anche la base operativa dei killer di Riina per i delitti eccellenti, era soprattutto il luogo dove sarebbero avvenuti incontri riservatissimi fra mafiosi e pezzi deviati dei servizi segreti e della polizia.
I segreti del boss dell’Acquasanta
Questi segreti custodisce Raffaele Galatolo, il boss con la fama di irriducibile che conserva anche un tesoretto di beni mai sequestrati. Oggi più che mai, un anno fa è morto in carcere Vincenzo Galatolo, il capomandamento dell’Acquasanta. Ora, in linea di successione, è Raffaele il più autorevole della famiglia. Ma questa è solo la prima parte della storia. Galatolo torna in una città che sta diventando una polveriera: la lista degli scarcerati si allunga sempre di più. E qualcuno è già tornato in carcere, segno che aveva ripreso il suo ruolo in Cosa nostra.
È il caso di Gaetano Savoca, il capo del mandamento di Ciaculli arrestato dalla polizia. Nei mesi scorsi, è stato arrestato nuovamente anche Michele Micalizzi, storico boss di Partanna Mondello. Raffaele Galatolo uccise alcuni dei fedelissimi del capomafia di Partanna Rosario Riccobono, il suocero di Micalizzi ormai ritenuto un ostacolo ai piani di Riina. Nella Palermo di oggi tornano le ferite ancora aperte della guerra di mafia. E dobbiamo sperare che nessuno dei perdenti di un tempo, oggi tornati forti a Palermo, cerchi vendette. Quella mattina del 30 novembre 1982, in vicolo Pipitone, Raffaele Galatolo era nel gruppo che strangolò il padre del cognato di Micalizzi, Giuseppe Lauricella.
Il pentito Marco Favaloro ha raccontato che fu attirato in un tranello. Quanti segreti conserva Galatolo. Qualche anno fa, la procura distrettuale antimafia di Palermo intercettò il figlio di Raffaele, Angelo, mentre parlava con tre mafiosi di San Lorenzo: il rampollo dell’Acquasanta chiedeva aiuto perché alcuni boss della vecchia guardia tornati a Palermo, gli “ scappati” della seconda guerra di mafia, gli avevano chiesto conto di una proprietà del padre. «Dice che all’epoca l’hanno comprata assieme», insistevano quelli. E pretendevano una parte dell’affitto. « Tu, a chi viene viene, devi dire: “ Ma che cosa andate cercando?” – era il consiglio dei boss al figlio di Raffaele Galatolo – mio padre ha l’ergastolo, voi che cosa avete? Voi siete scappati tutti » . Chissà se questa intercettazione è stata valutata dai giudici che hanno esaminato la “ nuova” vita di Raffaele Galatolo da detenuto modello. Anche perché poi nel 2017 Galatolo junior è stato arrestato per il tentativo di estorsione a un commerciante.
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