Il sindaco di Ustica Salvatore Militello torna a chiedere l’istituzione di un presidio permanente dei vigili del fuoco a Ustica. Al momento è previsto che in caso di incendio i mezzi arrivino via mare da Palermo.
“Una simile situazione, oltre a determinare costi ingenti e possibili difficoltà in caso di condizioni climatiche sfavorevoli, come al verificarsi di mareggiate, è all’origine di forti problematicità nello svolgimento del servizio, dato che Ustica presenta numerose zone non facilmente accessibili o addirittura non raggiungibili tramite autoveicoli, fattore che determina un ulteriore rallentamento dell’intervento da parte di eventuale personale non stabilmente presente sul territorio – si legge nella nota del sindaco inviata al ministro degli interni Luciana Lamorgese, al presidente della Regione Nello Musumeci – Appare di tutta evidenza che nel caso di incendio nella parte boschiva si può avere ragione solo attraverso un tempestivo intervento di squadre di vigili del fuoco che, raggiungendo il sito nel più breve tempo possibile, mettono in sicurezza sia il patrimonio boschivo che le civili abitazioni che si trovano a diretto contatto con l’area di riserva terrestre”.
Per far fronte alle esigenze nelle isole minori il ministero ha bandito dei concorsi ma solo per le isole di Lampedusa, Pantelleria e Lipari. Il sindaco chiede di aprire questi concorsi anche per l’isola di Ustica che si troverebbe sprovvista di un servizio antincendio. Servizio che fino dal 2005 al 2018 era gestito da volontari soprattutto nella stagione estiva.
Sono passati già 29 mesi da quando, era il 13 gennaio 2019, il sindaco di Ustica, Salvatore Militello, con una richiesta inviata al ministero dell’interno, allora guidato da Matteo Salvini, chiedeva l’istituzione di un presidio fisso del servizio tecnico urgente.
Dopo tutto questo tempo non è cambiato nulla, a parte l’avvicendamento, ai vertici del ministero. Ustica continua a restare senza questo essenziale servizio al cittadino.
È bene fare un salto nel tempo. Dal 2005 al 2018, il servizio venne affidato ai vigili volontari dello stesso comune, e nel periodo estivo, visto anche l’affluenza dei turisti, a questi volontari veniva data la possibilità di venir assunti dalla amministrazione centrale con dei contratti a termine.
Attraverso la legge 97/2017, gli stessi volontari, furono invitati a scegliere se continuare a fare i volontari per i distaccamenti volontari, o i volontari per le necessità delle strutture centrali e periferiche ( in gergo definiti “discontinui “).e quindi per poter intervenire devono essere muniti di regolare contratto di lavoro a termine con l’amministrazione centrale.
La quasi totalità del personale scelse questa seconda via, visto che questa era l’unica strada che li potesse portare alla fase di stabilizzazione, che da quel momento in poi ebbe inizio. Il sindaco il 20 aprile è tornato a bussare alla porta del ministero, chiedendo l’indizione di un concorso, secondo una legge, la 87/2004 art 3, che riconosce a tutte le isole.
“Per far fronte alle peculiari esigenze del servizio antincendio e di soccorso tecnico nelle isole minori della Sicilia, il Ministero dell’interno, nei bandi di concorso per il profilo di vigile del fuoco, indetti nell’ambito delle assunzioni autorizzate ai sensi delle norme vigenti, può individuare particolari requisiti per l’accesso ai posti disponibili nelle relative sedi di servizio presenti in ciascuna di tali isole, che tengano conto della
prioritaria esigenza di garantire la continuità del servizio in relazione alle difficoltà connesse alla situazione geografica e morfologica dei territori”.
Questa stessa legge è stata adottata per il bando di due concorsi, limitatamente alle isole di Lipari, Lampedusa e Pantelleria.
La scorsa settimana, visto che non è stata recapitata nessuna risposta, il sindaco ha inviato un ulteriore sollecito, visto anche l’approssimarsi della stagione calda, augurandosi che non succeda qualcosa di molto grave, per ottenere la giusta attenzione che questo territorio e questa comunità merita
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