Viveva solo in condizioni di indigenza ed è stato trovato morto a casa sua, in via Ragona a pochi passi da palazzo Aragona-Cutò nei pressi della stazione ferroviaria. Francesco Gagliano 64 anni è stato trovato dai carabinieri della compagnia di Bagheria avvertiti dai vicini di casa preoccupati.
Allertati, i militari dell’Arma sono giunti sul posto insieme ai sanitari del 118. Quest’ultimi hanno accertato la morte dell’uomo.
A causare il decesso di Gagliano sarebbe stato un arresto cardiocircolatorio. Sul decesso dell’uomo però c’è un alone di mistero: non soffriva di nessuna patologia particolare e, secondo indiscrezioni, una persona lo importunava.
L’uomo è stato trasportato a bordo di un’ambulanza all’istituto di Medicina legale del Policlinico dove sarà effettuata l’autopsia. Francesco Gagliano che viveva da solo in una casa che gli era stata ceduta gratuitamente da un amico, percepiva una piccola pensione che non gli era sufficiente per vivere ed era assistito dalla Caritas cittadina che gli forniva generi alimentari, vestiario, provvedeva alla pulizia della biancheria e offriva la possibilità di fare la doccia nei locali di via Palagonia.
“Il signor Gagliano era una persona di famiglia – fa sapere la direttrice della Caritas cittadina Anna Cullotta – e ci colpisce profondamente il fatto che sia morto. Noi abbiamo fatto di tutto per aiutarlo attivando anche i servizi sociali e un amministratore di sostegno. Era seguito da due nostre volontarie, Rosy Beltempo e Graziella Sardina da più di due anni e in questi giorni stavamo predisponendo le pratiche per ricoverarlo in una Rsa dove sarebbe stato accudito. Purtroppo il giorno del ricovero è stato trovato morto nella sua abitazione”.
L’Enel aveva staccato recentemente l’energia elettrica nella sua abitazione perché non pagava la bolletta e la Caritas ha provveduto a pagare l’arretrato ottenendo il riallaccio dell’energia elettrica in casa. Anche le suore Figlie della carità che operano a palazzo Butera lo aiutavano. “Era una persona tanto buona – dichiara suor Giuseppina Cuva – ed aveva anche una bella voce. Quando veniva da noi cantava inni religiosi che ci deliziavano”.