Una Università moderna, che mette in campo una massiccia digitalizzazione delle proprie biblioteche per rendere fruibile a tutti la conoscenza di cui è dotata, aperta al territorio attraverso convenzioni con i Comuni per rendere fruibili gli spazi ‘museali’ e ‘storici’ di cui dispone. Un Ateneo che è opportunità di crescita aprendosi all’altra sponda del Mediterraneo più di quanto fatto fino ad ora e mettendo a disposizione della comunità e dell’istituzioni i propri laboratori e la propria capacità progettuale per gestire le risorse del Recovery Fund nell’interesse dei siciliani. Ma anche un Ateneo green attraverso scelte energetiche pulite, rinnovabili e innovative.
Ha le idee chiare su come dovrebbe diventare l’Università di Palermo il prof Francesco Vitale, uno dei due candidati a Rettore di Palermo, oggi ospite degli studi di BlogSicilia per raccontare la sua visione del futuro in Ateneo, se eletto
Prof. Vitale, si dice che lei, in questa sfida, rappresenta la continuità con il Rettore uscente Fabrizio Micari
“Niente di più sbagliato. Si tratta solo di una diceria nei corridoi d’Ateneo. Ho grande rispetto di tutti i Rettori che si sono succeduti all’UniPa. Ciascuno ha cercato di fare qualcosa per l’Ateneo che è la casa di tutti noi. Ma è impossibile parlare di continuità o di discontinuità. L’Ateneo cambia. Quello di oggi non può e non deve essere quello di ieri. Vanno superati questi stereotipi, queste divisioni politiche che sono soltanto nella mente di chi le racconta. Si tratta solo di un argomento strumentale che può essere utilizzato per portare avanti una campagna rettorale piuttosto che un’altra”.
“La mia visione dell’UniPa è lontana da ogni forma politica intesa come divisione partitica. Il mondo universitario, quello delle scienze e della cultura, devono parlare con tutti. Con tutti i partiti e soprattutto con le istituzioni. Senza steccati ideologici, con la sola intenzione di mettere l’Università al servizio della comunità e garantire, al tempo stesso, la crescita del medesimo Ateneo”.
Nella sfida odierna i candidati sono due. Per la prima volta entrambi provengono da Medicina.
Il prossimo Rettore avrà grandi responsabilità perché nel prossimo sessennio ricade anche il quinquennio di applicazione del PNRR. Insomma ci saranno da gestire grandi riforme
“L’Università ha il preciso dovere di porsi al centro di queste attività e offrire un servizio alla collettività che sia di ripresa cultura, di ripresa delle attività produttive e mettere al servizio di tutti le proprie capacità progettuali. Servirà una governance agile subito al lavoro e faccia dell’UniPa una fucina a disposizione di tutti guardando a rapporti con le istituzioni sempre più integrati e sempre più fattivi”.
“Serve un’Università a centro di interazioni precise. Una interazione col mondo della scuola da un lato per far conoscere ai giovani le opportunità; interazione col mondo produttivo dall’altro per offrire sbocchi occupazionali, capacità di sviluppo e di ricerca; nel mezzo una interazione con le istituzioni locali, regionali e nazionali per essere a servizio della collettività, per porre un progetto che possa essere da attrazione anche per giovani studenti provenienti dall’altra sponda del mediterraneo o dal mondo dell’America Latina. Una università libera non condizionata da appartenenze politiche ma che dialoga con tutti”.
Non solo scienza ma anche sport
“Direi prima di tutto residenzialità. I fondi del PNRR ci permetteranno di mettere in campo attività per migliorare proprio accoglienza e residenza e poi anche sport aprendo al territorio le strutture sportive come il Cus.
Covid19 e sicurezza, come ripartire col nuovo anno accademico
“Abbiamo vaccinato tutto il personale universitario dunque l’UniPa può ripartire in sicurezza. Bisogna ricordare che proprio il Policlinico e il laboratorio che io dirigo ormai da tempo per un lungo periodo è stato l’unico in Sicilia a potere sequenziare tamponi covid19 quando ancora nessuno era in grado di farlo. C’è stato un momento in cui arrivavano 1500 tamponi al giorno. Questo dimostra come sia importante la presenza di ricercatori, integrata in quella che è la missione ospedaliera attraverso il Policlinico. Questo ci ha permesso di essere pronti quando gli altri non lo erano.”.
“Proprio il Policlinico, poi, è strategico nella missione universitaria e mi fa piacere che le istituzioni regionali stiano andando nella medesima direzione indicata dal mio programma ovvero la confluenza con l’ospedale Civico per una azienda ospedaliera universitaria che garantisca la formazione dei medici e la cura del paziente. Oggi la dimensione garantisce qualità, maggiore attività scientifica, didattica e assistenza”
“A me piace pensare all’idea, poi, di una Università diffusa. La nostra è già generalista e multidisciplinare. Poi è anche diffusa per i corsi che si tengono in altre province. Tutte azioni che segnano anche la crescita del territorio. Noi non siamo un unico campus ma contiamo anche diversi plessi storici oltre al campus di Viale delle Scienze. Fra le sedi prevederei una mobilità interattiva elettrica e dunque green, la digitalizzazione delle tante biblioteche aperte nei vari plessi. Io penso che l’UniPa deve aprire alla società civile, alla popolazione. Le biblioteche, ad esempio, devono aprire alle presentazioni di libri commentate anche da docenti nei rami di competenza. Ma penso anche allo sport. Alla ripresa della Fossa della Garafola che è quella area verde che collega gli impianti sportivi del Cus a Viale delle Scienze e al Parco d’Orleans. Penso ad un accordo col Comune di Palermo per la bonifica del Parco Cassarà per completare il congiungimento del Cus con Viale delle Scienze. E infine immagino delle navette verdi con la scritta ‘noi siamo UniPa’ che poi è anche lo slogan con il quale mi presento”
Infine il rettorato, Palazzo Steri, ma anche tante altre sedi, hanno anche una valenza storico monumentale
“Assolutamente sì. Penso di fare, in raccordo con il Comune e non solo, una sorta di polo dei Musei coinvolgendo tante altre strutture come il Museo Gemmellaro oltre allo Steri. Magari un polo da realizzare a palazzo Jung in un’area della città che oggi è un po’ più abbandonata, trascurata e riportare fermento culturale. L’Università potrà vere un grande ruolo insieme al Comune per rivitalizzare quell’0area urbana”
Vitale, alla fine lancia una sorta di appello “Un invito a scegliere in base ai programmi. L’Università non può permettersi di perdere tempo ma deve guardare avanti, superare contrapposizioni e fazioni che si sono create nel tempo e guardare al bene dell’UniPa, alla prospettiva di9 crescita superando qualsiasi contrapposizione possa essersi creata”
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